Una vita da dottorando #5

Prosegue il ciclo di interviste ai dottorandi di Unitn, per capire cos'è esattamente un dottorato di ricerca.

di Martina Bartocci

Siamo giunti al quinto appuntamento della nostra rubrica “Una vita da dottorando”. Per chi non conoscesse questo nuovo progetto di SanbaRadio, si tratta di un ciclo di interviste ai dottorandi di Unitn: obiettivo di tale approfondimento è quello di far conoscere meglio il percorso accademico post lauream, al fine di orientare tutti gli studenti che possano esservi interessati.

Oggi entriamo nel dipartimento di Economia e Management e incontriamo il Dott. Vittorio Guida, al quale abbiamo chiesto di compilare il seguente questionario:

Nome: Vittorio

Cognome: Guida

Ambito di studio: Economics and Management

Anno di dottorato che sta frequentando: Terzo

1) Qual è stato il suo percorso di studi? Riassuma brevemente la propria esperienza personale, ci spieghi come mai ha scelto questo corso di laurea e cosa la affascina di più delle proprie materie di indirizzo.

Ho frequentato il liceo scientifico a Battipaglia (SA), mia città natale. Non si è trattato di una scelta molto ragionata: a scuola andavo bene e mi era stato consigliato dagli insegnanti. Non posso dire lo stesso della scelta del percorso di studi universitario. Mi piaceva e mi interessava un po’ tutto: dalla chimica alla filosofia, fino ad arrivare alla laurea in medicina, che avrebbe reso entusiasti mia nonna e mio nonno, entrambi ex-infermieri. Poi ho deciso di guardare alle offerte formative ed ho scelto Scienze del Governo all’Università di Salerno. Ho scelto questo corso di laurea per soddisfare la mia curiosità e per la multidisciplinarietà che lo caratterizza e che impone allo studente di imparare ed impiegare diversi “linguaggi del sapere”.

2) Cosa l’ha spinta ad intraprendere il percorso del dottorato di ricerca? Sta conseguendo il dottorato per avere un bagaglio formativo ulteriore (che possa risultare utile in ambito lavorativo) oppure ha come obiettivo futuro quello di dedicarsi alla docenza universitaria?

Ho scelto di frequentare il dottorato di ricerca di certo per soddisfare la mia curiosità rispetto a certi temi dello studio delle organizzazioni. Tuttavia, non avrei considerato seriamente questa idea senza la guida ed il supporto della Prof.ssa Roberta Troisi che mi ha insegnato moltissimo, sia in qualità di supervisor per le tesi di laurea, sia in qualità di mentore per l’attività di ricerca. A lei devo molto.           
I miei ambiti di interesse concernono il comportamento organizzativo, mediante l’impiego di concetti e tecniche provenienti dall’economia comportamentale e sperimentale e desidererei svolgere ricerca in tal senso nel contesto accademico, per le possibilità di contaminazione che esso può offrire, attraverso l’interazione con altri ricercatori e con gli studenti.

3) Cosa fa concretamente un dottorando? Quali sono le principali attività che è chiamato a svolgere all’interno dell’università? Ci sono esami da sostenere periodicamente?

Un dottorando ha come primo obiettivo quello di formarsi sullo stato dell’arte delle discipline e dei metodi di ricerca rilevanti per completare la sua tesi. In alcuni programmi di dottorato, incluso il mio, il primo anno è dedicato all’acquisizione di queste conoscenze attraverso corsi ed esami. Ogni anno prevede almeno un aggiornamento sullo stato dei lavori della tesi, in cui il dottorando è chiamato a presentare il proprio lavoro in corso d’opera al collegio docenti. È inoltre possibile concorrere per posizioni (retribuite) di collaborazione alla didattica.

4) Descriva, a suo personale giudizio, un aspetto positivo e un aspetto negativo del dottorato di ricerca.

Un importante aspetto positivo del dottorato sta nella possibilità di crescere ed imparare da gruppi di ricerca già ben avviati. Se si ha la fortuna di interagire con persone preparate e dal retroterra estremamente diverso, allora si può imparare qualcosa di nuovo ogni singolo giorno. Io sono molto fortunato: i miei supervisor Prof. Luigi Mittone e co-supervisor Azzurra Morreale e tutti gli altri membri del Cognitive and Experimental Economics Laboratory (CEEL) dell’Università di Trento sono fonti inesauribili di supporto ed ispirazione.

Un aspetto negativo potrebbe essere legato alla percezione della pressione esercitata dalle c.d. “regole del gioco” della carriera accademica: si deve pubblicare tanto, bene e in fretta.         
Il dottorato costituisce una fase finita del nostro percorso ed è possibile avvertire questa pressione la quale, in presenza di uno sforzo intellettuale costante ed intenso, rischia di farci perdere motivazione e di intrappolarci nel nostro lavoro. Il “mestiere” del ricercatore non è un mestiere facile ed il dottorato, che a ciò prepara, richiede molta determinazione e impegno. Bisogna imparare a gestire se stessi nella prospettiva di una attività lavorativa complessa, quale è la ricerca scientifica. La sfida è difficile, ma in palio ci sono battaglie future, nuove domande, nuovi studi e tanto, tanto altro ancora.

 

Ringraziamo il Dott. Vittorio Guida, al quale porgiamo i migliori auguri per la sua carriera accademica!

Vi aspettiamo numerosi al prossimo appuntamento, per fare quattro chiacchiere con un altro dottorando. 

P.S: Le prime quattro interviste sono reperibili ai seguenti link:

https://www.sanbaradio.it/content/una-vita-da-dottorando-1

https://www.sanbaradio.it/content/una-vita-da-dottorando-2

https://www.sanbaradio.it/content/una-vita-da-dottorando-3

https://www.sanbaradio.it/content/una-vita-da-dottorando-4