Si chiama RIME (Radar for Icy Moon Exploration) e sarà uno degli strumenti più importanti a bordo della navicella che tra circa 7 anni lascerà la Terra con direzione Giove nell’ambito della missione internazionale denominata Juice. Il suo compito? Scandagliare la crosta ghiacciata delle lune Europa, Ganimede e Callisto alla ricerca di acqua e tracce di vita.
Frutto del lungo e complesso lavoro di ideazione condotto nel Laboratorio di Telerilevamento del Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell'Informazione dell’Università di Trento (DISI) coordinato dal prof. Lorenzo Bruzzone, è capace di misurare dallo spazio quello che avviene al di sotto della superficie delle lune fino a una profondità di circa 9 chilometri e di catturare immagini di fondamentale importanza per studiare la geologia del sottosuolo ed evidenziare l'eventuale presenza di acqua.
Il radar RIME ha ottenuto l’approvazione dell’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) e della NASA e, nei prossimi mesi, si procederà alla realizzazione effettiva in Italia dell’importante strumento sotto la supervisione del team di scienziati e ricercatori di UniTn e FBK. La partenza della missione è programmata per il 2022 con un razzo Ariane 5 dalla base spaziale di Kourou, nella Guyana francese; l'arrivo della sonda europea nel sistema gioviano è previsto nel 2030 e le osservazioni dureranno almeno tre anni.
Foto: blog.planetariounionesarda.it
V. Clemente