di Giulia Leccese
In musica, forse più che in ogni altra disciplina, gli incontri generano sempre storie interessanti e sorprendenti. È senz’altro questo il caso della Serata Macabra, svoltasi il 29 novembre presso l’Auditorium Santa Chiara di Trento, che ha visto alcuni dei musicisti più sensibili del nostro presente camminare in sincronia con la storia, in un ricco mescolarsi di arte, spettacolo e tecnologia.
Lo scopo della serata, organizzata dall’associazione DisseminArte in collaborazione con il Conservatorio Bonporti di Trento, è stato quello di mantenere vivo il ricordo e il dolore di tutti i grandi conflitti che hanno sferzato il Novecento e di affermare, a gran voce e con note decise, il desiderio che non si ripetano più le stesse crudeltà, ma che anzi si possa vivere in un mondo sempre più inclusivo, vigile, sensibile e pacifico.
Questo viaggio attraverso gli angoli più macabri dell’animo umano ha avuto una guida tutta particolare: il piccolo Timothy, che dall’alto dei suoi scarsi dieci anni, ha condotto la serata accompagnando delicatamente il pubblico, passo dopo passo, lungo un repertorio senza dubbio denso ed impegnativo.
Si spengono le luci in sala, mentre si accendono le prime note della Danse Macabre di Camille Saint-Saëns, che ha visto la straordinaria partecipazione, in veste di primo violino, di Stefan Milenkovich, uno dei più grandi concertisti della sua generazione e collaboratore del celebre Itzhak Perlman, conosciuto dai più per la prima esecuzione del tema di Schindler’s List. Per questo motivo risulta ancora più significativo che sia stata proprio la musica tratta dalla pellicola di Steven Spielberg a chiudere la serata, come un filo rosso che cuce assieme la tragedia dell’Olocausto con la più recente guerra del Kosovo, di cui protagonista fu proprio la Serbia, paese natale dello stesso Milenkovich.
Ad arricchire la trama di questo tessuto storico-culturale, gli interventi, alternati o concertanti, dei solisti e dell’orchestra del Conservatorio, diretta dal Maestro Juliàn Lombana: dallo struggente raccoglimento della Marcia Funebre di Chopin, eseguita al pianoforte da Francesco Maria Moncher, giovane pianista assai sensibile e versatile, nonché appassionato didatta, al virtuosistico Trillo del Diavolo di Tartini e ad altri brani tratti dalla tradizione colta europea, tra Wagner e Mozart, arricchiti dalle voci del coro del Bonporti.
Perla conclusiva dello spettacolo, sono stati i brani fuori programma eseguiti dal pianista di fama internazionale Rohan de Silva e da Stefan Milenkovic.
Si riaccende la platea, tra gli applausi del numeroso pubblico, a illuminare un albero di ulivo che, senza prepotenza, ai margini del palco, aspetta soltanto di essere nutrito.
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