di Lorenzo Toniolo
Sinan Ülgen, uno dei maggiori intellettuali turchi, e Antonio Spilimbergo, master chief del Fondo Monetario Europeo per la Turchia, coordinati dal giornalista Marco Ansaldo hanno parlato dei rapporti tra Turchia ed Europa durante l’incontro di sabato 4 giugno al Festival dell’Economia 2016.
Le ambiguità che si ritrovano nell’abbraccio delle due parti, non sono poche, tra queste spicca sicuramente la questione culturale.
La compatibilità tra l’Islam e occidente ha riscontrato diffidenza nel mondo europeo, in una parte degli stessi cittadini per i quali un’apertura tra stati (per la creazione dell’Unione Europea), che è diventata parte dell’identità, equivale comunque ad una esclusività valoriale che difende la multiculturalità dei vari stati d’Europa. La questione dell’immigrazione dovuta alle guerre in medio oriente e della Turchia come canale per questi movimenti, inoltre, non vengono visti in maniera uguale né nell’Unione né nei singoli stati membri.
Inoltre, nella stessa Turchia, il fattore culturale si sta intensificando portando alla luce la contraddizione tra modernità e tradizione: guardando alle stime, quando sono iniziati i colloqui di adesione all’UE il 74% della popolazione turca era a favore di questo scenario, ad oggi il 50% è a favore e solo il 20% è fiducioso che questa cosa possa avvenire.
Il governo non ha sfruttato l’approvazione iniziale che è quindi calata, anche per la stessa visione sostenuta dal governo di una Turchia come potere economico indipendente. Infatti la Turchia, rispetto ai Paesi europei, sta crescendo più velocemente e molte disparità a livello economico sono state appiattite grazie alla creazione di una classe media all’interno di essa.
Secondo i relatori, però, questa crescita non è la massima crescita che potrebbe esserci per lo Stato turco e esso non si sta aprendo totalmente per un’adesione all’Unione Europea, perdendo così una importante occasione per lo sviluppo presente e futuro.
Per l'Europa, d'altronde, sta risultando un fallimento a livello ideologico, non riuscendo a dimostrare la sua maturità basata sull'apertura ad un paese mussulmano. Ma è un'opportunità persa anche per la Turchia che potenzialmente avrebbe potuto dimostrare di essere compatibile con democrazia e modernità, lavorando anche sulle discriminazioni che sono ancora presenti nel Paese.
Per concludere, si sta perdendo una grande opportunità a livello culturale e economico, che si rischia di perdere se non si inizia a lavorare, se non per un’integrazione completa della Turchia, per un dialogo proficuo per le due parti.
(foto Wikipedia)