Trento, città divisa tra “veglie” e flashmob

Un pomeriggio di “veglie” e flash mob, di azioni e reazioni, di silenzio e musica è quello che si è svolto a Trento oggi 7 marzo e che ha visto scontrarsi nell'arena due opposti modi concepire la famiglia, l'identità sessuale e la società stessa: da una parte la visione tradizionalista delle cosiddette “Sentinelle in piedi”, dall'altra le idee progressiste dei vari gruppi che formano la rete trentina contro i fascismi.

Tutto è iniziato alle 17.30 in piazza Cesare Battisti, quando 150 Sentinelle in piedi (questi i dati forniti dagli organizzatori sul loro profilo fb) si sono radunate in una “veglia” per leggere “in silenzio” dei libri.

Come si legge dal loro sito internet, le sentinelle sono una “resistenza formata da persone che vegliano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà” ed oggi sono scesi in piazza -così recita l'evento su fb- per ribadire la loro “idea di famiglia basata su unione stabile tra uomo e donna” e “il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre”, oltre che a manifestare il loro no al ddl Scalfarotto che vorrebbe introdurre i reati di omofobia e transfobia, al ddl Fedeli e al ddl Cirinnà, che vorrebbe consentire le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

Non si è fatta attendere la risposta della rete trentina contro i fascismi che, al grido di “riprendiamoci la città, contro tutti i fascismi”, si è mobilitata con distribuzione di volantini e organizzazione di flash mob nei punti strategici della città: partendo dalla Facoltà di Sociologia e facendo tappe simboliche presso l'Istituto Sacro Cuore (protagonista, l'estate scorsa, di un caso di presunta discriminazione basato sull'orientamento sessuale di un'insegnante), il Monumento alla famiglia, il Palazzo della Provincia ed il Comune di Trento, è approdata in Piazza Pasi verso le 18.00.

Qui i partecipanti, provvisti di una cassa stereo ed un amplificatore nel cestino di una bicicletta, si sono dati alle danze con il sottofondo degli Eiffel65 e della dance music anni 90. “Vogliamo un'immagine della città ben diversa, non ferma e in silenzio, ma aperta, gioiosa e in movimento…siamo qui a dimostrare che i diritti non conoscono differenze basate sull'orientamento sessuale, la nostra è una resistenza contro ogni forma espressa o latente di xenofobia, contro il pensiero unico e contro chi vorrebbe toglierci il diritto di autodeterminarci” queste le parole di una ragazza che partecipava al flash mob.

La “risposta” alle Sentinelle, come annuncia una voce al megafono, continuerà in serata, spostandosi al Centro Sociale Bruno.

 

(C.A)