Carlo Goldoni scrisse nel 1761 “Sior Todero brontolòn” e la presentò al Teatro San Luca di Venezia l’anno successivo. La commedia incentrata su un personaggio antipatico e odioso ebbe un successo così grande che fu ripresa da numerosissime repliche. La trama vuole Todero come paron, tiranno, avaro, irritante con la servitù, opprimente con il figlio e la nipote e permaloso con il mondo intero. Goldoni, però, riserva particolare attenzione al mondo femminile. Le sue donne, infatti, sono strumenti sottili, furbi e risolutivi ai fini della trama. Sarà, perciò, l’alleanza tra la nuora di Todero e la vedova Fortunata a salvare il futuro della giovane nipote Zanetta.

La figura di Todero, scritta in modo magistrale da Goldoni è interpretata al Teatro Sociale da un attore del calibro di Franco Branciaroli. La sua interpretazione risulta essere eccezionale, ma è la direzione di Paolo Valerio a regalare una rilettura che non stravolge l’opera goldoniana, ma la arricchisce con i riferimenti al mondo delle marionette. L’utilizzo di quest’ultime da parte di tutti i dieci attori in scena vuole infatti presentare un Sior Todero marionettista, che pretende di muovere e comandare i fili degli altri personaggi, ma anche ricordare l’infanzia di Goldoni (non a caso nella sua casa museo vi è conservato un teatrino di marionette).
Lo spettacolo risulta essere leggero e divertente, dove a spuntarla su tutti vi è sempre l’arguzia delle donne. Un’ottimo modo, quindi, per concludere la Stagione della Prosa al Teatro Sociale di Trento.
Immagini Centro Servizi Culturali Santa Chiara