Uno? Nessuno? Ecco i centomila volti delle emoticon!

di Cristina Degli Agli

Secondo lo studio del GroupLens Research dell’università del Minnesota il significato delle (1280) “emoticon” cambia a seconda della piattaforma che viene utilizzata e molto spesso possono essere fraintese. In altre parole, se una faccina viene inviata da un device Google ad uno Apple il significato non è più lo stesso.

Il team dell’Ateneo del Minnesota, composto da Hannah Miller, Jacob Thebault-Spieker, Shuo Chang, Isaac Johnson, Loren Terveen e Brent Hecht ha utilizzato un sondaggio online per studiare il fenomeno condotto su un campione di utenti che ha permesso di analizzare la discrepanza, quantificata numericamente ed assegnando un punteggio di  -5 ad una faccina dal significato totalmente negativo e +5 ad una faccina da significato totalmente positivo, tra i diversi significati suscitati da ogni utente durante l’osservazione dell’emoticon. 

I risultati emersi sono stati inseriti nel seguente rapporto: “Abbiamo studiato 22 fra le più popolari emoji antropomorfe ma in circolazione ce ne sono 1.282, incluse quelle senza elementi umani così come abbiamo preso in esame le cinque piattaforme più popolari. Ma ce ne sono almeno 17 con le loro emoji specifiche. Infine, abbiamo analizzato solo una versione di ogni emoji per ciascuna piattaforma, anche se gli utenti non usano costantemente la stessa versione del sistema operativo. Ad esempio, le emoji di Android 4.4 sono sensibilmente diverse da quelle della quinta versione, a loro volta differenti da quelle di Android 6.1 usate nello studio. Impossibile studiare tutte le versioni di emoji”, si legge  nel documento. “Le nostre scoperte suggeriscono che gli utenti non potrebbero che beneficiare dalla convergenza del design fra le varie piattaforme il fatto che i caratteri siano mappati e compatibili sui vari sistemi non significa che l’interpretazione sia altrettanto standardizzata. Far convergere questa resa estetica potrebbe ridurre la variazione e abbattere le contraddizioni della comunicazione. Ma è pur vero che un elevato livello di fraintendimento rimane anche all’interno delle stesse piattaforme, quando le persone si trovano di fronte agli stessi identici simboli. L’ipotesi è che vi sia una sorta di compromesso quando ci si trova ad analizzare un’emoji di sfumatura. Compromesso che spesso conduce a un’ampia gamma di interpretazioni sbagliate”, spiegano nel rapporto dell’indagine.

Dalla ricerca emerge che la faccina che più lascia perplessità ed un difficile modo per codificare il significato è l’emoji a denti stretti. Svariati valori sono stati attribuiti alla emoticon in questione in base al tipo di sistema utilizzato (ad esempio, nella versione Apple la faccina assume un significato negativo ed è simile alla faccina che digrigna).