Le aspettative e le scelte degli universitari

di Sebastiano Chistè

A Milano lo scorso mercoledì si è tenuta la terza edizione dell’Osservatorio “Gli studenti universitari guardano al mondo del lavoro – scelte e aspettative dei giovani italiani”. Durante tale evento è stata presentata la ricerca realizzata da Eumetra Monterosa tra circa 1000 studenti residenti in Italia o all’estero, poi commentata dai rettori di alcune tra le più prestigiose università italiane.

I risultati mostrano che le aspettative per il futuro sono ridimensionate rispetto al 2015: solo l’81% degli studenti residenti in Italia crede che troverà un lavoro nei prossimi 5 anni, il 10% meno dell’anno precedente e il 15% meno di quanto affermano gli studenti italiani che vivono all’estero. Non solo, l’85% degli studenti crede che l’estero offra maggiori opportunità di lavoro dell’Italia perché la meritocrazia è più diffusa e il mercato del lavoro più aperto. E gli studenti italiani che vanno all’estero confermano che lì queste aspettative non sono disattese. L’aspetto più sorprendente è che nel ranking delle caratteristiche del lavoro desiderato crescono addirittura del 33% sia l’importanza della remunerazione che la possibilità di far carriera, mentre cala del 20% il desiderio di un lavoro interessante e appagante.
“Per fortuna non ripiegano su sé stessi ma diventano più attivi», afferma Scocchia, Presidente e Amministratore Delegato L’Oréal Italia. Dallo studio emerge che 8 studenti su 10 in Italia hanno fatto uno stage o hanno intenzione di farlo nel breve termine (9 su 10 tra gli studenti italiani all’estero). La stragrande maggioranza l’ha fatto per sia per investire su di sé sia per avvicinarsi al mondo del lavoro e l’83% è soddisfatto dello stage, ritenendolo particolarmente utile per sviluppare le cosiddette «soft skills», in primis le capacità relazionali e comunicative.
Il commento di Scocchia: “I giovani che emergono da questa ricerca non sono solo più concreti, sono anche più maturi e più consapevoli e guardano sia allo stage che l'esperienza all'estero come ad un'esperienza fondativa, non strumentale alla sola riuscita professionale, ma una vera e propria occasione di arricchimento e crescita personale”.