Diritto allo studio: dal prossimo anno meno borse

di Lorenza Giordani

Se la nuova riforma delle tasse universitarie ci ha lasciati tutti entusiasti, non si può dire lo stesso per la politica provinciale sul diritto allo studio.

 Tra le novità più significative abbiamo visto sicuramente la sostituzione dell’ICEF con l’ISEE, che permette così a tutti gli studenti fuorisede di effettuare il calcolo della propria condizione economica direttamente dalle proprie città. Il passaggio all’ISEE ha permesso però di evidenziare come, nonostante il vanto di essere una delle migliori università d’Italia, in tema di diritto allo studio l’ateneo trentino risulti essere in fondo alla classifica. Dal 2009 la gestione delle borse studio è passata interamente in mano alla Provincia, e se la situazione precedente – quando erogatore di fondi era lo Stato – vedeva stanziati 10 milioni di euro, ora siamo scesi  a 6,5 milioni di euro.

Infatti, se in Italia la borsa di studio media ammonta a 3422€, in Trentino è solamente di 1837€, facendo così precipitare la regione al quart’ultimo posto nazionale, meglio solo di Molise, Campania e Calabria.

Le borse erogate, appunto, sono state finora ben al di sotto di quelle previste dai minimi dei LEP nazionali (Livelli essenziali prestazioni). Perciò, per adeguarsi ai LEP, la Provincia ha sì alzato gli importi delle borse, ma senza integrare i fondi per le borse; ciò determinerebbe un abbassamento della soglia massima di accesso ai benefici ad ISEE 18000€, meglio solo della regione Campania.

A ben vedere, il cuore del problema sta nei tagli effettuati dalla Provincia ai fondi destinati al diritto allo studio. L’obiezione di chi afferma che le tasse col nuovo sistema siano state abbassate non è rilevante: il nuovo piano, infatti, prevede solamente la redistribuzione dei pagamenti dovuti, lasciando invariato il gettito. Oltretutto, tasse e borse di studio competono a due organi distinti, università e provincia.

Negli ultimi giorni abbiamo assistito all’aspro dibattito tra Provincia – nella persona dell’assessore Sara Ferrari – e le parti sociali – sindacati Cgil, Cisl e Uil. Queste ultime sono riuscite a strappare un’aggiunta di un milione di euro ai già stanziati sei milioni; se ciò dovesse andare in porto, la soglia massima ISEE per la borsa di studio si alzerebbe a 20000€.

Rimanendo in attesa degli ultimi sviluppi, ricordiamo che l’eccellenza di un’università non si basa solamente sul puro dato accademico, ma anche su quanto l’università e la realtà locale sappia valorizzare i propri studenti e soprattutto apprezzare, sostenendolo, l’apporto economico che essi determinano in una piccola città come Trento, gravata comunque da uno dei costi della vita più alti d’Italia.