«Chi ha iniziato?», «Chi ha agito per primo?»: sono queste le domande che più volte si sono sentite ripetere negli ultimi due giorni. Quel che interessa ai più, a proposito degli scontri di martedì sera in via Verdi a Trento, è la colpa, la causa prima delle violenze che sono state perpetrate sulla strada, fra il Line Café e il Caffè Mozart. A quasi due giorni dall’avvenimento, e dopo varie versioni contrastanti sulla stampa, siamo andati a verificare di persona.
Nel pomeriggio di giovedì il gestore Franco ci racconta «per la centesima volta» ciò di cui è stato spettatore. Siamo seduti al bancone con un cappuccino, insieme ad altri clienti; mentre lavora, Franco descrive il momento in cui sono scattate le scintille fra due gruppi di persone all’esterno del bar. Abbiamo provato così a chiedere un resoconto completo, «dall’inizio», così Franco ha fatto un passo indietro nel tempo.
Il punto di vista di Franco è quello di un commerciante, il cui obiettivo è guadagnare soldi vendendo cibo e bevande. Ed è con questo spirito che venerdì scorso, 16 novembre, ha accolto nel locale due ragazzi come tanti. Questi ragazzi si sono presentati a chiedere la disponibilità del bar per fare un aperitivo con «10-15 persone per parlare della loro lista delle elezioni studentesche». Preferivano mercoledì 21 novembre, in orario serale; il gestore, controllata l’agenda, ha avvisato i due che a causa delle lauree non avrebbe avuto abbastanza spazio per l’aperitivo, ma che martedì non ci sarebbero stati problemi. La prenotazione è stata fissata per le 18. Il racconto passa poi a martedì pomeriggio.
Franco racconta che a metà pomeriggio ha notato un assembramento di persone davanti alla facoltà di sociologia; qualche decina, «ottanta ragazzi» nel momento di massima affluenza. Verso le 17 «due ragazzi» provenienti dal gruppo radunato davanti alla facoltà sono entrati nel locale e hanno interrogato il gestore: «ma sai chi sono quelli?», ci riporta Franco; «sai che sono fascisti violenti, dei picchiatori?», continua. La sua risposta a queste domande è stata abbastanza scontata per un commerciante: il barista ci racconta che «a me non sembra che abbiano mostrato di voler picchiare nessuno. Di certo se vengono qua con cattive intenzioni, sono io il primo a mandarli via. […] Ho anche una mazza per difendermi, mica possono venire qui a picchiare la gente, a fare danni in casa mia». Nel frattempo, la massa di persone radunata a sociologia si è spostata nella zona del Line Café, all’approssimarsi dell’orario dell’aperitivo organizzato per presentare la lista del Blocco Studentesco. Il Blocco Studentesco corre alle elezioni studentesche per il Senato Accademico e per la Facoltà di Giurisprudenza; le liste sono state ammesse alla competizione elettorale.
Franco ha cominciato a preoccuparsi quando la folla fuori in strada ha iniziato ad incombere sul locale, per quanto soltanto con la propria presenza, senza alcuna azione diretta di disturbo.
In prossimità dell’inizio dell’aperitivo, i due ragazzi del Blocco Studentesco sono arrivati al locale, rivelando al gestore che erano stati realizzati dei volantini che pubblicizzavano l’iniziativa. Il racconto per qualche secondo si fa confuso, a Franco preme di non venir associato a simboli fascisti e sottolinea che si dissocia dai flyer del Blocco, ma lo rassicuriamo che non siamo lì per giudicare nessuno, e che Trento in questo periodo è piena di volantini con simboli delle liste associati ai nomi di bar, che è una cosa normale. E’ allora che Franco ci dice che, considerata la folla antistante il bar, ha consigliato ai ragazzi del Blocco di «annullare l’aperitivo, che qua se venite vi ammazzano». Di fronte ai tavoli posti su via Verdi campeggiava un lenzuolo recante la scritta “Fuori i fascisti dalla città”.
I due organizzatori dell’aperitivo elettorale si sono così allontanati; «se ne sono andati a telefonare a qualcuno», aggiunge la barista che ci sta di fronte. Sempre la barista, che al momento del contatto fra i due gruppi era al centro della scena, specifica che dopo meno di un’ora («verso le sette, sette e un quarto») sono arrivati una ventina di ragazzi di corsa, che si sono scagliati contro la folla che si trovava fra il Caffè Mozart e il Line Café. Per prima cosa hanno strappato il lenzuolo, dopodiché sono cominciate a volare sedie, le pesanti sedie metalliche del Line. Il resto è un racconto di confusione in cui Franco cerca di mettere al sicuro i propri clienti, preoccupandosi poco dei dettagli della scena. I giornali e i siti dei movimenti hanno già parlato a lungo di sangue e persone condotte al Pronto Soccorso.
«Chi ha alzato la prima sedia?», si chiederà ora qualcuno. E inoltre, che cosa si può considerare violenza? Dove si può segnare l’inizio del conflitto?
Nelle ultime ore, all’interno e all’esterno della redazione, si è molto dibattuto sulla vicenda, forse è tempo di spostare il dibattito in pubblico, coinvolgendo altri lettori.
Cosa ne pensate?
(Luca Baldinazzo)