Riflessi e Apocalisse Pop, due libri in una serata al Café de la Paix.

di Rebecca Sandri

Martedì sera al Café de la Paix a Trento si è tenuto un viaggio. Partito dalle montagne Bresciane e finito in un mondo utopistico straziato dall'apocalisse. Due libri diversi, presentati e scritti da due personalità diverse dando la conferma di quanto la poesia e la letteratura siano la rappresentazione piena delle personalità degli scrittori.

Gabriele Berardi quasi come se ci si trovasse nel suo soggiorno e con una nota di familiarità per il pubblico, ti porta assieme a lui nella sua esperienza di riscoperta propria e delle montagne che lo hanno accompagnato per tutta la vita e che lo hanno fatto sentire più vicino alla sua città natale, Brescia. Una raccolta di 24 poesie, numerate senza titolo, che con un effetto climax ci fanno scalare il suo io interiore e il rapporto con il padre, recuperato negli anni grazie anche alla montagna e soprattutto alla raccolta poetica. La musica e le poesie avvolgono la sua vita fin dalla terza superiore, come ha raccontato, e che da quel momento non lo hanno mai abbandonato. Scrivere Riflessi, titolo della raccolta, per lui è stato un po’ un’avventura arrivata per caso ma che ha accolto subito portandolo al risultato che conosciamo oggi.

Da un autore un po’ più intimista, riservato, se così si può dire, che ha accolto il suo pubblico nella sua casa, siamo passati ad un autore e quindi al suo libro “Apocalisse pop” dove improvvisamente ci si è sentiti a teatro.

 Apocalisse pop ci porta in una megalopoli dei giorni nostri, proiettata nel fatidico giorno della fine del mondo, dove l’autore diventa protagonista e, come Dante Alighieri si ritrova a percorrere le strade dell’inferno incontrando le anime condannate, Lorenzo Allegrini incontra personaggi odierni sia politici come Berlusconi, Salvini, Marchionne ma anche poeti, filosofi come Nietzsche o Schopenhauer.

Il poema scritto in terzine e recitato dallo stesso scrittore ci porta con lui nel viaggio e nelle conversazioni pregne di significato e di pathos. Tra un’ombra e l’altra, si ride e si scherza con l’autore che prende in giro un po’ anche alcuni dei suoi personaggi. Racconta che lui, come Dante, ha delle guide che lo aiutano a sopravvivere nella megalopoli, partendo con San Giovanni, passando poi per il cane di Schopenhauer, Brama, simpatico cane parlante in cerca del suo padrone, finendo poi con Omero.

Si trovano tanti parallelismi con l’omonimo autore Dante Alighieri, ma uno degli obbiettivi per lui più importante è quello che il celebre Umberto Eco ha espresso più volte: come con la forma si possa trovare la libertà all’interno di uno schema.

Una serata movimentata, che ci ha convinto di consigliarvi questi due libri, diversi sicuramente nel contenuto ma allo stesso modo certamente interessanti e affascinanti da leggere.