Revolution Art Poetry: la Palestina nel posto.

 

Giovedì 14 Maggio succede che al teatro Sanbapòlis l'associazione trentina MAIA – Make An Impact Association Onlus – presenta per la prima volta “Revolution Art Poetry”, un documentario girato in Cisgiordania tra il 2012 e il 2014. La Cisgiordania è, insieme alla striscia di Gaza, quello spazio di mondo che un tempo si chiamava Palestina. Basta questo nome ad evocare una vasta gamma di argomenti di cui parlare, ma questo documentario ne ha scelto uno in particolare: il rapporto tra il rap e la poesia, un rapporto non scontato.

E' l'ottobre 2012 quando cinque ragazzi italiani arrivano a Jenin e scoprono che la realtà del rap in Palestina è ancor più complicata di quanto non si potessero aspettare. Vivono sulla loro pelle quanto la poesia in Palestina sia sentita, da tutti e a qualsiasi età, come una radice culturale essenziale per sopravvivere a qualsiasi sopruso storico, a qualsiasi guerra e a qualsiasi logica economica. Quello che invece non si aspettano è che il rap palestinese, strumento di denuncia e di espressione sociale, venga considerato dai “non giovani” come qualcosa di anormale, di immorale e frutto dell'imperialismo americano. Il rap, un genere musicale che tanto ha da spartire con la poesia, si trova invece ad essere oggetto di diffidenza da parte di alcuni, sconosciuto per molti, mentre per altri invece – i più giovani – è strumento fondamentale di comunicazione e quindi di salvezza. Questi cinque ragazzi sono il poeta Alessandro Burbank, i musicisti Duccio Nazari e Luca Patarnello, i registi Nicholas Nazari e Francesco Durante Viola.

 

Il documentario che sarà proiettato per la prima volta giovedì sera è il frutto di questa iniziativa, frutto che però riconduce ad un albero più grande, perchè il bando che ha portato in Palestina i nostri cinque si inserisce in un progetto più grande: la realizzazione, che già sta avvenendo, di un sito web di mappatura geopoetica della Palestina, un portale dove sia possibile sapere chi-fa-cosa artisticamente in questo territorio. Non è cosa da poco se si considera che l'identità di questo Paese non resta ormai che nella sua cultura.

 

<<Quella in Palestina è stata un'esperienza forte ma che non è ancora finita, – ci racconta Duccio in arte Dutch Nazari, rapper che testimonia quanto ha visto e soprattutto sentito in Cisgiordania anche nel suo brano Jenin – perchè questo documentario è solo una parte di un intento più grande, quello di dare visibilità a tutta la cultura palestinese. Siamo orgogliosi di quanto realizzato e anche di aver deciso di essere sperimentali nel farlo: ad esempio le classiche parti di voce fuori campo, che solitamente caratterizzano i documentari, le abbiamo sostituite con versi di poesia e rap miei e di Alessandro Burbank e con brani strumentali di Luca, in arte Sick et Simpliciter.>>

 

Giovedì sera quindi, al teatro Sanbapòlis dalle 21 in poi: aperitivo, documentario, dibattito e live di Dutch Nazari e Sick et Simpliciter. Non resta altro da dire se non: esserci.

 

Lucia Gambuzzi

 

Evento FB: https://www.facebook.com/events/1415952962057973/