Referendum trivelle… molte ragioni per andare a votare

La propaganda del no, che afferma che la produzione di queste trivelle è importante per il fabbisogno energetico nazionale, è semplicemente ridicola, considerato le percentuali minime (0,8% di petrolio e 3,0% di gas), che quindi non causeranno ripercussioni drastiche sui consumi e sui costi di approvvigionamento. Totalmente false poi sono le affermazioni sparate da vari esponenti sulla perdita dei posti di lavoro (dati del sindacati indicano in 70 addetti sulle trivelle) e non 130.000 occupati; anche calcolando l'indotto si potrà parlare al massimo di centinaia, un problema certo, come per tanti settori e attività chiuse che hanno causato ben più gravi perdite di posti di lavoro. Sta poi a ognuno valutare se la salute e la salvaguardia dell'ambiente valgono di più o meno di attività occupazionali nocive e pericolose. Molte di queste strutture sono vecchie di oltre 40 anni e non hanno quindi i tanto sbandierati accorgimenti ed eccellenze tecniche che "garantirebbero" la sicurezza e la salvaguardia del mare e delle coste.  

http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/Trivelle-vecchie-spilorce/

http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/Far-west-nei-mari-italiani-100-piattaforme-senza-controllo/

Il voto SI al referendum non chiuderebbe o farebbe cessare immediatamente la produzione di queste trivelle ma semplicemente stabilirebbe delle date per eventuali rinnovi di concessioni o chiusure, mentre attualmente, se passa il No, sarebbero i petrolieri a decidere cosa fare e andare avanti all'infinito, preferendo magari non chiuderle mai per  i costi e  i rischi che questo comporta. Come è noto, specialmente in questo settore, i guadagni ingenti sono per le compagnie, i costi per i danni ambientali sono a carico del pubblico, vale a dire la collettività.. Inoltre non fissare una data sarebbe in contrasto con le direttive europee e questo comporterebbe anche la procedura sanzionatoria per infrazione di norma comunitaria.

Questo referendum ha anche un valore politico e simbolico che va oltre alle trivelle in oggetto. Negli ultimi due anni il governo, in contraddizione con la tanto sbandierata leadership italiana nel settore dell'energia rinnovabile, (che invece non sta minimamente agevolando,) ha "aiutato" in vari modi le lobby dei produttori delle energie non rinnovabili (l'ultimo caso di questi giorni è solo il più manifesto). A livello mondiale invece, il " mercato", quindi non i governi, si sta orientando sempre di più verso la produzione di energia con fonti rinnovabili e sostenibili per l'ambiente. E poi c'è l'aspetto politico, il governo cerca di riprendersi potere e competenze in materia di energie, togliendole alle regioni.

Il futuro energetico, economico, e produttivo dell'Italia  dovrebbe essere rivolto alle uso di energie pulite, alla salvaguardia delle nostre risorse ambientali (coste, mari e territori), all' intelligente e lungimirante utilizzo delle nostre risorse e del patrimonio culturale per valorizzare al massimo il turismo.

La maggior parte degli italiani è a favore del SI, per vari motivi, come evidenziato dai sondaggi, così come la maggior parte degli italiani è contro il nucleare e lo ha ribadito anche con l'ultimo referendum, a dispetto dei reiterati tentativi delle lobby del cosiddetto atomo “sicuro”. E quindi lo scopo di governo e fronte del no è non far andare a votare in modo che non si raggiunga il quorum, come si è fatto in passato per altri referendum “scomodi”. Andare a votare è un modo per rimettere un po' di potere decisionale ai cittadini e non lasciare tutto in mano ai politici pilotati dagli interessi delle lobby e delle compagnie. 

(di Stefano Mazzarano)

 

Per maggiori informazioni:

http://www.greenpeace.org/italy/it/Cosa-puoi-fare-tu/partecipa/referendum-trivelle/?utm_source=planet&utm_medium=openspace&utm_campaign=stop-trivelle

http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/03/24/news/referendum-trivelle-10-cose-da-sapere-per-votare-informati-1.255743

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/30/trivelle-guida-al-referendum-lavoro-inquinamento-e-politiche-energetiche-fronte-del-si-e-del-no-confronto/2563033/