Nella giornata di ieri, martedì 10 giugno, AlmaLaurea ha presentato il Rapporto 2025 sul profilo e sulla condizione occupazionale di laureati/e delle università italiane. Sono state esaminate le performance formative di oltre 305 mila laureati/e del 2024 di 80 università (171 mila di primo livello, 102 mila dei percorsi magistrali biennali e 32 mila a ciclo unico). E la condizione occupazionale di 690 mila persone laureate di 81 università, di primo e secondo livello del 2023, 2021 e 2019 contattate, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
L’analisi del profilo ha coinvolto 3.924 laureati e laureate nel 2024 dell’Università di Trento (2.006 di primo livello, 1.498 magistrali biennali e 420 a ciclo unico). L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato 7.408 laureati/e dell’Università di Trento. I dati si riferiscono a persone laureate di primo e di secondo livello uscite nel 2023 e intervistate a un anno dal titolo e a persone laureate di secondo livello uscite nel 2019 e intervistate dopo cinque anni.
Secondo il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian, dal Rapporto emergono dati molto positivi, a cominciare dall’alta soddisfazione per l’esperienza universitaria nel suo complesso espressa dal 91 laureati e laureate su 100 oltre che per le aule (95,3) e per il rapporto con il personale docente (90,2). Tanto che dopo la laurea in 82 su 100 sceglierebbero di iscriversi nuovamente all’Università di Trento. «Inoltre – ha detto il rettore -, ci distinguiamo per il tasso di occupazione dopo la laurea, che per laureati e laureate di secondo livello a un anno dal titolo è dell’84,2% e a cinque anni del 90,3%, ma anche per retribuzione e per efficacia del titolo».