Prosegue l’occupazione tra lezioni e dibattiti


Pubblichiamo un comunicato dall’Assemblea del mondo della formazione Trento:

Continuano le attività di autoformazione nella facoltà occupata di Sociologia. Il programma è molto intenso. Nei giorni scorsi si è parlato della provincializzazione dell’ateneo trentino anche con il contributo di Claudio Della Volpe, Vincenzo Calì e Giovanni Pascuzzi. Stiamo lavorando duramente per produrre un documento da presentare il 15 Dicembre all’assemblea di ateneo. Il testo che presenteremo conterrà le proposte emerse dai dibattiti di questi giorni. Forse non procediamo molto velocemente, ma cerchiamo di sviluppare un discorso maturo, che valorizzi l’opinione di chiunque voglia dare un contributo. La partecipazione costruttiva ha suoi tempi.

 

Ci sono nevicate addosso critiche ingenerose da parte di chi non conosce bene il movimento. Ci hanno detto che siamo “un manipolo che vorrebbe fare la rivoluzione”, che ci stancheremo presto, che imponiamo le nostre idee. Ciò che vogliamo è creare consapevolezza e lo facciamo ogni giorno nelle aule a inizio lezione. Entriamo a esporre il programma delle attività della facoltà occupata in modo che gli studenti possano scegliere liberamente se frequentare la lezione o partecipare ai tavoli di discussione, aderendo alla protesta. Per noi l’occupazione non è svago, non è imposizione. È un modo legittimo per riconquistare gli spazi che ci appartengono con l’obiettivo di confrontarsi. É anche un’occasione per unirci alla mobilitazione contro il disegno di legge Gelmini; una riforma che non condividiamo e che non siamo intenzionati a subire senza far sentire la nostra voce. Non difendiamo il sistema attuale e le sue molte falle ma crediamo che dall’occupazione della facoltà possa emergere un’idea nuova di università. Un’università interessata, (in)formata e partecipata. Non un’università che subisce, in silenzio, le decisioni di pochi e in cui gli studenti non “sanno” e quindi non si esprimono, un’ università che non vive. Grazie alle nostre discussioni la provincializzazione è ora al centro del dibattito nell’ateneo invece che rimanere relegata a “pochi intimi”, come avrebbe voluto Dellai. Un’università che dissente fa paura.

 

Continueremo ad occuparci del nostro sapere e del nostro futuro. Forse di rivoluzioni non ne faremo, ma daremo il nostro contributo alla costruzione di un’università e di una società diverse

Foto di quicksilv3r (fonte: Flickr; licenza: cc-by-nc-sa-2.0).