di Anna Kovaleva
Quest’anno si ricorda il 50esimo anniversario dall’occupazione dell’Università di Trento, avvenuta tra il 31 gennaio e il 7 aprile del 1968. Per l’occasione, abbiamo pensato di raccontarvi in prima persona gli eventi che hanno segnato la storia della nostra città in quegli anni. Proponiamo alla vostra attenzione tre brevi interviste, a cadenza settimanale, a Marco Boato, sociologo, giornalista, ricercatore universitario e più volte parlamentare, nonché rappresentante degli studenti presso l’Università di Trento nel 1968.
In questa seconda intervista, Marco Boato racconta il rapporto intercorrente tra il movimento studentesco e quello operaio di Trento nel 1968. Trento, infatti, ha rappresentato una particolarità rispetto ad altre città italiane anche in questo settore.
“Ad un certo punto, questo movimento di protesta contro l’autoritarismo nato all’università, durante, ma soprattutto dopo l’occupazione, si è espanso anche nella società. Il motivo era semplice, l’autoritarismo infatti non era un fenomeno presente solamente nell’istituzione accademica, ma anche a scuola, in famiglia, in Chiesa, nelle fabbriche. Nella primavera del ’68 a Trento, accanto alle proteste degli studenti, ci furono delle lotte operaie e il movimento studentesco cercò una saldatura con il movimento operaio e sindacale. Uno degli slogan di allora era “Studenti e operai uniti nella lotta”, nel senso che avevamo condizioni diverse, ma gli obiettivi erano simili. Trovammo quindi con successo una saldatura fra movimento studentesco e operaio, anche perché c’erano operai e operaie molto brave, nonché sindacalisti capaci come Sandro Schmidt e Giuseppe Mattei. Nel giugno del ’68 organizzammo al “Cinema Italia” un convegno a cui erano presenti i sindacalisti CGIL e CISL di Trento e due esponenti degli studenti, Mauro Rostagno e Marco Boato.
Trento, rispetto ad altre città italiane, era piuttosto piccola e poco industrializzata, ma grazie agli eventi del ’68 aveva acquisito una certa notorietà. Non a caso, a quel convegno di studenti e operai del 1968 parteciparono anche due noti sindacalisti americani James e Grace Lee Boggs. Movimenti simili ci furono anche in altre zone d’Italia, come Torino, Milano, Pavia, Pisa, Firenze, Genova, Napoli ecc., ma spesso c’erano contrasti tra studenti e sindacalisti, i quali generalmente avevano una mentalità troppo conservatrice. A Trento, invece, i sindacalisti erano molto aperti e pronti al cambiamento.
Un riconoscimento dell’importanza della lotta congiunta tra operai e studenti risale al 28 maggio del 1968, quando in Piazza Battisti ci fu una manifestazione a cui parteciparono più di 5000 persone. Durante l’evento, il sindacalista trentino Giuseppe Mattei disse: “grazie al rapporto con il movimento studentesco, il movimento operaio trentino ha fatto più progressi negli ultimi venti giorni che non negli ultimi vent’anni”.
L'audio integrale dell'intervista è disponibile nel box.
Prima parte dell'intervista: http://www.sanbaradio.it/content/racconti-delloccupazione-il-1968-trento