Lottare e sopravvivere con Adriano Cataldo

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Lottare e sopravvivere con Adriano Cataldo
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Fa parte della serie

di Lorenzo Zaccaria

Adriano Cataldo, poeta attivo nell’ambiente del Poetry Slam trentino (di cui vi abbiamo parlato recentemente a questo link) e amministratore della pagina Facebook Breveintonso, ha radunato il suo pubblico per parlare di poesia e di politica, di società e di sopravvivenza. Pensando fosse interessante ascoltare un punto di vista così originale, siamo andati a farci due chiacchiere. Ed ecco cosa ne è uscito.

Adriano parlaci del tuo progetto letterario, La Lotta e la Sopravvivenza.

Il titolo non indica la lotta per la sopravvivenza ma tiene conto di entrambi i termini separatamente per parlare di quello che succede ai nostri giorni, soprattutto in Italia. Io parto dall’idea che chi come me è meridionale ha vissuto il periodo in cui la Lega ha cominciato a far politica. Io ero piccolo ma ancora oggi ricordo tutte le cose che si dicevano di noi; poi improvvisamente le stesse parole che usavano per noi meridionali hanno cominciato a usarle per un altro gruppo – un gruppo molto indistinto perché alla fine si fa molta confusione sul termine "migrante" – per aizzare un popolo a livello nazionale.

Quindi io cerco di fare anche un’operazione di memoria, dicendo “ok, la nostra identità allora era molto forte, come mai oggi non c’è più?”. Così parlo di alcuni esempi di lotta, di sopravvivenza e concludo con un messaggio – forse un po’ moraleggiante – dicendo che oggi sia importante prendersi cura di sé, della propria identità ma senza gusti nazionalisti.

La cronaca dell’attualità la passi bene tutta quanta sotto esame, si è parlato spesso di Giulio Regeni ma anche dei rohingya, del ponte di Genova e di molto altro. E in più parlandone sì dagli occhi di un meridionale ma si sente molto il tessuto trentino.

Sì, io vivo qui da dieci anni, quindi tra le tante mie identità mi sento anche trentino. Ci sono difatti dei riferimenti alla morte per malaria di Sofia – anche in quel caso si è letto tanto razzismo, il virus della malaria l’avrebbero portato i migranti, mentre in realtà è stato un caso di malasanità tutto italiano. Poi ci sono riferimenti ad alcuni personaggi politici come il senatore De Eccher e ci sono fatti un po’ più di costume come le adunate delle Sentinelle in piedi, si parla di CasaPound, si parla del quartiere delle Albere – che credo sia stato un pessimo progetto di edilizia. Quindi sì, Trento è presente, torna tanto e sono contento di poterne parlare nelle poesie.

E passiamo su un punto di vista più letterario, leggendo le tue poesie salta in mente un nome, anche citato direttamente, che è quello di Pier Paolo Pasolini.

È un autore che frequento molto da molto tempo, mi piace tanto la sua poesia, i suoi romanzi e il suo cinema e anche la sua figura di intellettuale completo. La figura di Pasolini per me è molto importante perché è una delle più abusate ultimamente, basta leggere uno degli ultimi saggi di Wu Ming dove parla appunto delle narrazioni tossiche che vengono fatte su Pasolini estrapolando alcuni passaggi come quello in cui parla di un “fascismo dell’antifascismo” – che è una cosa completamente diversa da come si è cercato di farlo passare. Anche Salvini l’ha citato in un suo post dicendo che anche Pasolini fosse contro gli antifascisti. Invece no perché lì parla di tutt’altro, di tutta la politica parlamentare che utilizzava l’antifascismo svuotandolo del suo senso intrinseco e insisteva che si dovesse tornare a un antifascismo vero, politico, extraparlamentare. Che è quello che io sottoscrivo.

A me viene in mente la poesia “il PCI ai giovani”, che viene spesso tirata in ballo per dire che Pasolini fosse contro il ‘68.

Sì contro i giovani e dalla parte dei poliziotti mentre invece quella è una poesia con dentro tanta lotta di classe dove effettivamente sì, stiamo parlando di prospettive legate allo scontro di due generazioni mentre lui in realtà mai ha sostenuto di essere a favore della polizia, anzi, leggendo l’intera poesia spiega come egli sia contro l’istituzione della polizia.

Ringrazio Adriano Cataldo per l'occasione concessa.