Continua la tendenza del Governo a utilizzare i dispositivi legislativi in modo violentemente elettorale. Il linguaggio stesso rivela un fondo di onnipotenza, un mandato divino di cui questo Governo sembra farsi portatore, come quando si volevano scovare gli scafisti ovunque sul globo terracqueo. Una ragione di Stato che invade il Mondo.
La nozione di “reato universale” è puramente propagandistica. Si inasprisce una fattispecie legislativa già presente per colpire e stigmatizzare gruppi che pesano poco elettoralmente, perché eterogenee e contemporaneamente soddisfare la pancia di minoranze rabbiose ma elettoralmente rilevanti.
Lo stesso utilizzo del termine “maternità surrogata” è uno stigma, perché, come sottolinea Michela Murgia in Dare la vita, la gravidanza non vuol dire maternità. Chiamarla “gestazione per altre” riporta il tema a ciò che è, un dono, uno scambio tra persone consenzienti per realizzare un desiderio.
Anche in questo caso, la Destra egemone riesce contemporaneamente a colonizzazione il linguaggio, legittimarsi e incriminare.
Sarebbe infine interessante sapere quali saranno i prossimi reati universali: la deportazione di migranti in Albania? Il dissenso? La mancanza di politiche strutturali per favorire la natalità?
Per approfondire:
Michela Murgia, Dare la vita
Giulia Siviero, Quel che resta tra pena e regola