In questa nuova puntata viene presentato il diario di una persona che si definisce pensa di essere egualitaria e femminista ma che allo stesso tempo esprime personali e profonde contraddizioni, soprattutto quando si passa dalla sfera pubblica a quella privata e relazionale.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne accende i riflettori sui post social che evidenziano il privilegio maschile. Tuttavia, molti uomini sembrano utilizzare il 25 novembre come occasione per migliorare la propria immagine, spesso senza un reale cambiamento interiore.
Nel diario emerge una profonda difficoltà a trasferire i valori egualitari e femministi nella vita privata. La gelosia e il desiderio di controllo sulle relazioni sentimentali e sessuali mettono in discussione l’impegno verso l’uguaglianza. Il diario affronta un tema difficile: il timore di essere un potenziale mascolinista o, peggio, un potenziale femminicida. La consapevolezza del privilegio maschile non si traduce automaticamente in comportamenti coerenti nella sfera intima.
Il riferimento al mascolinismo come fenomeno sociale, che include tendenze anti-femministe tra i giovani, amplia il discorso. Questo gruppo, che comprende incel e sostenitori di ideologie conservatrici, si oppone spesso ai progressi femministi, rappresentando una sfida culturale e politica crescente.
L’intersezionalità, seguendo le indicazioni della teorica bell hooks, è fondamentale nella lotta al patriarcato. Il femminismo deve abbracciare anche le questioni di classe, migrazione e disuguaglianza economica per essere veramente inclusivo ed efficace. Questo approccio è cruciale per contrastare le reazioni avverse che spesso emergono in contesti in cui il femminismo è percepito come elitario o esclusivo. Un esempio citato è il femminicidio di Hina Saleem. In questo caso, la narrazione dominante si è concentrata sulle dinamiche culturali piuttosto che sul riconoscimento del femminicidio, evidenziando come le storie di donne di origine migrante siano spesso relegate ai margini del dibattito pubblico.
La lotta contro il patriarcato richiede una trasformazione radicale che coinvolga ogni sfera della vita, dalle relazioni personali alla politica globale. Solo così si potrà costruire una società in cui l’uguaglianza di genere sia non solo un obiettivo, ma una realtà condivisa.
Per approfondire:
La politica chiude gli occhi di fronte alla violenza di genere