La ricerca premia chi la sostiene. A dimostrarlo sono i dati della ricerca svolta dall'osservatorio Opes (l'Osservatorio permanente per l'economia, il lavoro e per la valutazione della domanda sociale) resi noti ieri.
L'analisi considera l'influenza della presenza di enti ricerca e in particolare dell'Università degli studi di Trento e della Fondazione Bruno Kessler in Trentino. Il punto focale della ricerca in questione è la ricchezza mossa e prodotta dagli enti di ricerca e quindi il destino dei fondi stanziati dalle istituzioni in questo campo.
Come spiega il presidente dell'osservatorio Opes Antonio Schizzerotto, lo studio dimostra un impatto positivo sul Pil provnciale dei fondi destinati alla ricerca. Cento euro stanziati si trasformano in 106,7 euro nel caso siano stati investiti nell'università e in 103,8 euro nel caso di Fbk.
Considerando il bilancio 2009 si parla di 45 milioni di euro immessi nel sistema locale da Fbk e di 192 milioni per quantro riguarda Università e Opera universitaria. A quest'ultima voce vanno aggiunte le spese sostenute dagli studenti a Trento, dall'affitto alla sanità, dal'abbigliamento ai trasporti, per una cifra stimata in 91 milioni di euro.
Come sottolineato dal rettore Davide Bassi, inoltre, in questa analisi andrebbero considerate anche le spese che le famiglie trentine dovrebbero sostenere per far studiare i propri figli nel caso non fossero presenti facoltà in città.
Il presidente di Fbk Massimo Egidi ha sottolineato il grande valore degli enti di ricerca per la città anche in relazione al resto d'Europa. "Bisogna evitare di diventare compratori di ogni bene – ha detto Edigi – anche di cultura e capitale umano".
Il sostegno al mondo della ricerca è stato confermato dal presidente della provincia Lorenzo Dellai che ha ricordato l'importanza della comprensione da parte dell'opinione pubblica della ricchiezza legata agli investimenti nella ricerca, sia da punto di vista economico che sociale e culturale. "Bisogna tenere alto l'orizzonte" ha detto Dellai.