Oggi, alla Tienda 9 di Rio Centro, Martin Khor, Direttore esecutivo del "South Centre", ha spiegato quali sono gli aspetti fondamentali che hanno portato alla Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile e cosa deve fare Rio+20 per poter raggiungere “the future we want”.
In questi ultimi vent'anni le condizioni ambientali sono deteriorate notevolmente e gli obiettivi di Rio ’92 non sono stati raggiunti. Uno degli scopi della Conferenza Rio+20 è proprio quello di riaffermare e concretizzare le politiche proposte vent’anni fa e trovare delle azioni politiche aggiornate per contrastare le crisi attuali.
Il Summit sulla Terra del 1992 è stata la Conferenza che per la prima volta ha trattato a livello internazionale il tema dello “Sviluppo Sostenibile”. Questo concetto non si riferisce solamente ai problemi ambientali e alle politiche e strategie da utilizzare, ma ha anche a che fare con le dimensioni economiche e sociali della società. Khor sostiene che non si potranno mai risolvere i problemi ambientali se prima non si risolveranno quelli politici, e la poca partecipazione dei capi di stato a questa Conferenza può essere letto come uno scarso interesse che Europa e America stanno dando alla pianificazione ambientale.
In questi giorni (13-15 giugno) i negoziatori concluderanno le discussioni e cercheranno di raggiungere un accordo sul piano d’azione per i prossimi anni. In questo documento saranno introdotti nuovi temi, in particolare quello della “green economy”, mentre verranno rivisti dei concetti e delle tematiche già affrontate precedentemente, come i mezzi di implementazione (finanziari e tecnologici) per il Terzo mondo, gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile…
Dal 16 al 19 giugno ci saranno quattro giorni dedicati al dialogo, le cui conclusioni saranno riportate ai capi di Stato dal 20 al 22.
Nell’aria si può cogliere una certa sfiducia riguardo al Summit. Khor sottolinea che in questi dieci giorni di discussioni non si troveranno certamente le soluzioni a tutti i problemi, però un grande passo avanti potrebbe essere quello di sensibilizzare le istituzioni e introdurre nuovi metodi per affrontare la crisi.
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