PFM, elisir di giovinezza

Una sempreverde Forneria in concerto al Teatro Santa Chiara.

Uno spettacolo frizzante, divertente, a tratti travolgente, con poche parole, per quanto possibile, e tanta, tanta musica, come nell’intento di Franz Di Cioccio: questa è stata l’esibizione della PFM al Teatro Santa Chiara, domenica sera. Esibizione di una band che non sembra avvertire il peso degli anni che passano, ma continua a riproporre i suoi cavalli di battaglia con un'energia impressionante, mettendo in cantiere sempre nuovi progetti.

La band, appena entrata sul palco, ha cominciato il concerto con brani strumentali e pezzi dall’album “PFM in Classic”, uno su tutti la “Danza dei cavalieri” tratta da “Romeo e Giulietta” di Prokof’ev, dal ritmo incalzante e sostenuta, in assenza dell’orchestra, da sintetizzatore e violino elettrico.

Altro filone importante del concerto è stato quello dei brani in lingua inglese della band, tra cui il manifesto progressive “Out of  a roundabout”, scritto per dar voce ad una natura calpestata e seviziata dall’uomo, e per questo ancora molto attuale.

Infine grande spazio alle canzoni storiche della band italiana: la splendida esecuzione di “Dove… Quando…”, bellissima commistione di atmosfere quattrocentesche e jazz, la tarantella rock di “è festa”, “Maestro della Voce” e, infine, la famosissima “Impressioni di Settembre”.

L’esibizione della band, come sempre straordinaria in termini di impatto, è stata impreziosita da Franz Di Cioccio, istrionico giullare oltre che grandissimo batterista e cantante, e dal monumentale Franco Mussida, che ha annunciato il suo ritiro dalla PFM (questo si segno degli anni che cominciano a pesare sulle spalle) ed ha dedicato a tutti i fan “Impressioni di Settembre” come saluto e ringraziamento: un addio commovente, apprezzato dal pubblico, che non ha mancato di cercare di far cambiare idea al chitarrista e cantante milanese. Il gruppo di musicisti, fantastico dal punto di vista tecnico, ha offerto una performance trascinante e convincente, come se ne vedono sempre meno, confermando l’ottima fama di una band presente sulla scena rock italiana ormai da più di quarant’anni.

Unica nota negativa il volume dei microfoni dei cantanti, troppo basso rispetto alla potenza di suono degli altri strumenti, che ha reso meno godibile l’ascolto delle prime canzoni.

(di Leonardo Tosi)