Perché per me NO EXPO

Il grande evento Expo2015 ha perso credibilità da mesi, sia per quanto riguarda le collusioni istituzionali, sia per le proposte insostenibili che rilancia. L’attuale sistema divoratore di risorse, repressivo con chi difende i propri territori, generatore di profitti per pochi, razzista e specista vorrebbe spacciarsi per rispettoso dell’ambiente, degli animali, dei lavoratori e delle diversità mondiali, ma i partner scelti smascherano immediatamente questa propaganda: Coca-Cola, Mc Donalds, Nestlè, Eni, Enel, Pioneer Dupont, Selex-es rappresentano alcune delle aziende responsabili dell’inquinamento di terre e mari, di deforestazioni, di nocività e morti sul lavoro, di allevamenti come campi di concentramento, di armi da guerra e di nuove tecnologie di controllo utilizzate sia in ambito militare che civile. Non dimenticando DHL, gestore per la logistica di Expo, che, tramite la controllata ABX Air, supporta l’industria della vivisezione trasportando primati strappati al selvatico per la vivisezione e contro cui, insieme ad altri obiettivi, si è sviluppata una campagna internazionale di liberazione animale chiamata “Senza ritorno” (“Gateway to hell”).

Ti hanno fatto credere che EXPO2015 avrebbe trascinato l’Italia fuori dalla crisi, che avrebbe portato posti di lavoro, che sarebbe stata una grande opportunità per tutti, usando un tema importante come la sostenibilità ambientale e la nutrizione del pianeta per fartelo digerire meglio. Ma EXPO non risolverà alcun problema di sostenibilità e fame nel mondo, perché è sponsorizzato e sostenuto da chi da anni sottrae campagne e accesso al cibo, imponendo leggi e modelli che hanno cancellato le produzioni locali a favore delle multinazionali del settore. EXPO ha esteso queste dinamiche predatorie alla gestione dei cantieri, delle opere e dei lavori per la realizzazione dell’evento. Per questo Expo 2015 è una grande bugia e non porterà nulla di buono. La grande opportunità per tutti è, alla prova dei fatti, un guadagno per pochi. Come lo stanno costruendo, i suoi costi, l’eredità: LO PAGHI TU.

Tu studente, perché i soldi della scuola pubblica sono finiti nelle grandi opere e la tua scuola è al servizio di Expo e delle multinazionali suoi sponsor.

Lo paghi tu giovane precaria che chiedi reddito e diritti e ti offrono lavoro gratuito

Lo pagate voi, mamme o papà, quando non trovate servizi per i figli, tagliati per esigenze di bilancio, mentre per Expo i soldi ci sono.

Lo paghi tu cittadina con i rincari di tariffe, tributi, servizi pubblici e quando cerchi un alloggio popolare e ti offrono case a prezzi astronomici

Lo paghi tu migrante sfruttato di giorno nei cantieri e di notte senza casa

Lo paghi tu dipendente pubblico a cui vietano scioperi e impongono straordinari e anche voi lavoratori delle aziende chiuse per speculazione per far spazio ad a svincoli e centri commerciali

Lo paghi tu lavoratore dipendente, perché gli accordi firmati da sindacati compiacenti e ExpoSpa hanno anticipato i contenuti del Jobs Act del Governo Renzi: cioè deroghe al ribasso dei contratti di lavoro, precarietà e apprendistato sottopagati, introduzione del lavoro gratuito e del volontariato “obbligatorio”

Lo paghi tu consumatore con cibi e prodotti imposti da multinazionali, agroindustria e grande distribuzione, i primi sponsor di Expo

Lo paghi tu contadino, piccolo produttore, cui sottraggono terra e impongono sementi e prezzi

Lo pagate voi anziani, disabili, soggetti deboli, con i tagli a servizi assistenziali e socio-sanitari

Lo pagano bambine e bambini soffocati dal cemento e dai gas della città vetrina e a cui il modello Expo regala un futuro di debito e precarietà

Lo paghi tu pendolare o utente del trasporto pubblico, sacrificato per pagare Expo, autostrade, Tav

Lo paghi tu quando i soldi pubblici finiscono nelle mani di società corrotte, mafie e clientele politiche

Lo paghi tu quando la legislazione speciale che governa Expo diventerà regola

LO PAGHI TU CHE LEGGI QUESTO TESTO, MA GUADAGNERANNO LORO

E non dimentichiamo chi paga il prezzo più alto :

Animali lavoratori/automi sia per essere cibo che per produrlo, sempre contro la loro volontà.

Come per noi il lavoro è un’occupazione imposta e necessaria al sistema che ci circonda, così per loro. In più, gli animali non umani subiscono un’ulteriore svuotamento di identità e denigrati, umiliati e strappati alle loro esistenze per la nostra utilità.

Non è importante quanto gli animali da reddito vivano bene, ma è importante che ognuno di loro possa autodeterminare la propria esistenza e il proprio habitat e li si sganci dal considerarli come merce produttiva all’interno di un modello alimentare antropocentrico.

E’ necessario abbattere questo pensiero antropocentrico per spezzare tutte le catene ed organizzarci per costruire nuove relazioni e scenari

per approfondimenti e ulteriori informazioni antispefa.noblogs.org

(di Stefano Mazzarano)