Proletkult: c'è ancora spazio per l'utopia?

Uno sguardo al passato per pensare al presente

Proletkult: c'è ancora spazio per l'utopia?

di Massimiliano Beghini 

La libreria due punti, nella giornata del 9 Maggio, è stata ospite del tour di presentazione del libro Proletkult del collettivo Bolognese Wu Ming, già al centro di alcune controversie negli ultimi giorni per il boicottaggio del Salone del Libro di Torino.

Il racconto si può inserire nell’universo fantascientifico del romanzo “Stella Rossa” e “L’Ingegner Menni” scritti da Aleksandr Bogdanov, il quale è il protagonista del libro.

La differenza con le precedenti opere del collettivo, si denota con il passaggio da una narrazione corale e basata su personaggi fittizi, ad un narratore singolo.

In questo caso il è un personaggio realmente esistito, anche se pressoché sconosciuto rispetto al più celebre Lenin, con il quale ha avuto un difficile rapporto di amicizia, logorato e spezzato dalle lotte politiche.

La scelta della fantascienza intrecciata in un contesto storico dipinge in modo cristallino il personaggio di Bogdanov, personaggio eclettico che ha spaziato dalla filosofia scientifica a quella politica, è scrittore di opere letterarie di grande pregio oltre scienziato medico nel campo allora sperimentale delle trasfusioni.

Le vicende trovano voce nell’anno 1927, nel decennale della rivoluzione d’Ottobre, fallita agli occhi di Bogdanov, sfociata nel dispotismo e nella centralizzazione. Il libro si promette di raccontare la rivoluzione dai suoi margini, filtrato dalla memoria dei ricordi di questo personaggio sconosciuto, comunque molto importante, un eretico e un perdente rispetto alla corrente principale. Il periodo è ancora quello in cui il dissenso e la dialettica era possibile, anzi stimolante per la vita politica, ma dato il carattere fu ben presto isolato.

Profeta del collettivismo, scrive romanzi utopici su come il comunismo è divenuto possibile su Marte, ed è proprio questo il punto di contatto con Proletkult. Nella narrazione dei Wu Ming, Bogdanov incontra Denni, personaggio che pare uscito da uno dei suoi libri o forse lo è veramente. Che sia un alieno o un’alienata è indifferente, perché i conti con lei non tornano come pure non tornano nella rivoluzione.

L’ambientazione su Marte, fa sospettare l’impossibilità reale di un successo rivoluzionario, ma invece è proprio l’incontrario: sottolinea la possibilità di riuscita ma soprattutto rimarca sulle modalità. Ogni pianeta, ogni società ha le proprie, e non è necessaria l’esportazione, ma la collaborazione tra realtà distinte, per aiutare a trovare la propria via per il comunismo.

La modalità principale per Bogdanov e il cambiamento culturale, un passaggio da una cultura borghese ad una proletaria, tramite fondazione di circoli culturali per la produzione culturale collaborativa e non individuale, il Proletkult infatti.

Senza questo cambiamento la rivoluzione non può avere successo perché il nuovo mondo rivoluzionario si porta appresso la stessa forma mentis che la porterà al fallimento.

Oggi le grandi opere di questo genere sono assenti.

Il futuro è esplicitamente assente per la sterilità ideologica, per lo sfiancante infinito bombardamento mediatico, l’incubo delle distopie e dei disastri ambientali sono nei nostri pensieri e nelle nostre opere culturali, Wu Ming attinge nuovamente dalla fantascienza la necessità di una visione futura, una terra promessa.

img source: wumingfoundation.com

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