THE NEW TRENTINO’S NICKNAME: “SILICON VALLEY OF THE ALPS”

“ La piccola provincia del Trentino è una coraggiosa eccezione nel panorama accademico italiano”. E queste non sono solamente che una piccola parte delle parole che omaggiano l’intero sistema d’educazione trentino insieme alla gestione economica e delle risorse, che si possono leggere all’interno dell’articolo di Megan Williams pubblicato su THE CHRONICLE of Higher Education, l’autorevole rivista online che si occupa delle notizie e informazioni riguardanti l’università.
Megan Williams, nel suo articolo, fa un’analisi molto positiva, presentando numerosi dati incoraggianti come il fatto che, mentre l’Italia sta solamente al diciasettesimo posto per investimento  nella ricerca (1% PIL), il trentino si posiziona tra i primi in classifica con ben il 3% di investimento del PIL provinciale. Un esempio, inusuale nel panorama italiano, è l’investimento assegnato al CIMEC di Rovereto di 600,000 euro per  10 anni da parte della Fondazione di cassa di risparmio di Trento e Rovereto.
Attraverso numerose interviste a ricercatori, esperti, politici e giovani imprenditori, l’articolo traccia un quadro della situazione che fuga ogni dubbio: grazie ad un’intelligente gestione politica e universitaria, un continuo e massiccioinvestimento per la ricerca e l’innovazione  ma anche attraverso il coinvolgimento di investitori privati e partner come IBM, Fiat, Telecom Italia e Siemens e “il reclutamento” di giovani scienziati come il biologo Sheref S.Mansy, il Trentino è diventato uno dei maggiori poli italiani per la ricerca in campo scientifico. Questo è dimostrato anche dal fatto che i centri di ricerca trentina hanno vinto il premio dell’ERC1. Interessante è anche il dato riguardante il numero di studenti stranieri frequentanti gli atenei e i centri di ricerca trentini che è molto maggiore rispetto alla media italiana. Per esempio,  all’interno della  Fondazione Eduard Munch di San Michele all’Adige, il 20% dei ricercatori e dei tecnici e il 30% dei capi dipartimento sono stranieri e inoltre, come afferma Roberto Viola, direttore energetico della fondazione, cercando di seguire gli standard britannici, circa i due terzi dello staff sono sotto i quaranta anni d’età.
Nell’articolo si può leggere anche del nuovo nickname trentino, “Silicon Valley delle Alpi” che, nonostante rimanga un’aspirazione più che una realizzazione, spiega bene lo sviluppo informatico capitanato dalla collina di Povo che ha portato Trento in pochi anni (come racconta Fausto Giunchiglia, arrivato a Trento nel 1988) a diventare uno dei 6 principali centri Europei per la ricerca in campo ICT. Il continuo miglioramento è dovuto anche all’impegno di numerosi nuovi enti come Trento Rise, nata nel 2010, che ha creduto in Luca Cornali e Michele Galli finanziando il loro progetto che ha portato alla nascita della company Reputeka attiva nell’aiutare agli artigiani italiani a vendere i loro prodotti online.
Insomma, il futuro sembra apparire meno scuro per noi giovani studenti in Trentino, potendo contare su una provincia che mette a disposizione una gran quantità di risorse, servizi e strutture (per chi non lo sapesse un nuovo polo sta per essere concluso a Povo) per universitari e ricercatori. Una politica lodevole e che non stenta a dare brillanti e continui risultati come ad esempio il successo ottenuto ad Amsterdam dalla squadra di Trento IGEM2 che, nonostante l’università fosse al primo anno di partecipazione a questo concorso mondiale, è riuscita a classificarsi al nono posto su 54 squadre partecipanti e potrà così accedere alla finale che si terrà al MIT di Boston3.
E voi cosa ne pensate? La situazione è davvero così rosea? Il futuro appare davvero così radioso qui in Trentino?   
Se siete iscritti o volete iscrivervi a The Chronicle of HigherEducation e leggere l’intero articolo lo trovate al seguente link: http://chronicle.com/article/A-Forward-Thinking-Province/134424/
1 http://erc.europa.eu/about-erc
2 http://en.wikipedia.org/wiki/International_Genetically_Engineered_Machine
http://web.mit.edu/aboutmit/