di Michele Citarda
Entusiasmo, balli, colori e soprattutto tanta allegria e gioia di vivere. In breve, è questo il riassunto del concerto di Alessandro Mannarino, noto cantautore romano che ha concluso sabato scorso le date primaverili del suo Apriticielo Tour proprio a Riva del Garda. In realtà, il concerto è molto di più: una vera sorpresa. A cominciare dalla durata. Neanche i più accaniti ottimisti potevano sperare in quasi 3 ore (dalle 21.30 alle 00.30) di concerto.
Mannarino, come gli è solito fare nei suoi live, combina teatro e musica avvolgendo il pubblico in un intenso vortice di emozioni. Lo spettatore entra a far parte di questa esperienza anche prima che i musicisti salgano sul palco. La coreografia è infatti bellissima: dei grandi ingranaggi, che simboleggiano la fin troppo razionale mente dell’uomo, lasceranno spazio a occhi, lacrime e foreste tropicali man mano che seguiranno le canzoni grazie a delle immagini proiettate.
Il concerto si apre sulle note di Apriti cielo e Roma, continuando ad alternare pezzi del nuovo Album e pezzi che ormai rappresentano un classico nel coinvolgente mondo di Mannarino. Dell’ultima fatica del cantautore funzionano più di tutte Babalù e Arca di Noè che non riescono minimamente a lasciare fermo lo spettatore. Ciò che funziona è proprio l’intento che sta dietro alla produzione dell’ultimo album. Mannarino è riuscito egregiamente nel conciliare la sua tipica vena poetica con un sound brasileiro e, in questo senso, decisive le performance dei percussionisti, e in generale di tutti i musicisti polistrumentisti. Da segnalare le melodiose voci delle tre sorelle Sciacca, coriste e non solo che tengono meravigliosamente la scena quando si tratta di eseguire pezzi come la Strega e il diamante o Il merlo rosso. L’apice del concerto arriva quando vengono suonate di seguito Me so’ mbraiacato e Tevere Grand Hotel: all’inizio è la voce di tutto il pubblico a risuonare sotto i tendoni del Palameeting.
Curiosa, ma sempre azzeccata, è la scelta di arrangiare Quando l’amore se ne va in una versione tutta elettronica da discoteca. Il concerto si conclude con una specifica richiesta di Mannarino che quasi con tenerezza dice al pubblico: “questi ultimi pezzi godiamoceli tra di noi e spegniamo i cellulari prima che loro spengano noi”. Le ultime note sono quelle di Bar della rabbia, Marylou e Vivere la vita.
Praticamente 3 ore di concerto in cui lo spettatore non si stanca mai e per lunghi tratti non può che ballare e cantare a squarciagola. Concerto ben congeniato nella scelta dei brani e pieno di gioia di vivere, passione e allegria.
Dopo aver suonato un tour che ha registrato sold out e molte date raddoppiate, Mannarino adesso si riposerà per riprendere il primo di luglio a Molfetta.