Ma che bello è… quello che la musica può fare!

Ma che bello è… alzarsi e ballare e cantare incuranti della platea tutta seduta composta, senza badare agli occhi stupiti e divertiti puntati addosso e con qualche nota che vaga qua e là, dove non ti aspetti. Che bello è… pensare solo alla musica che si sente con tutto il corpo e vibrare con lei, alle parole che si conoscono tutte a memoria, alla forza che solo il live sa regalare alle canzoni. Lasciarsi andare come si fosse soli con l'artista davanti a sé, come se stesse cantando solo per te.

Bello sì, tanto bello da essere contagioso, in grado di rendere un concerto unico per chi è sul palco come per gli spettatori che dagli applausi passano a muovere tutto il corpo, a cantare insieme, a comunicare, come se ci fosse separazione tra il posto del pubblico e quello dei musicisti.

Come non avvicinarsi al palco, da un lato, e come non rispondere a questo entusiasmo offrendo quel qualcosa in più, dall'altro? Questo rende un concerto un bel concerto, che fa sparire il pensiero di quando finirà e di “quello che devo fare dopo”.

Ieri il Santa Chiara ha ospitato un bel concerto, fatto da Max Gazzè, dalla sua band che ne sa davvero, dal quartetto d'archi Armonia, mix di fascino, bravura e ironia, e da tutto il pubblico in sala. A Trento Max Gazzè era già stato nel 1996 come spalla di Battiato al quale è accomunato senza dubbio dall'attenzione per i testi, con un tocco in più, quello del ritmo irresistibile di molti pezzi, in questa occasione per gran parte rivisitati e oggetto di improvvisazioni con tocchi jazz e a volte persino reggae.

Ma che bello è… veder sciogliere il pubblico trentino canzone dopo canzone, con l'aiuto di alcuni ragazzi che, senza timore e senza timidezza, per primi hanno deciso che stare seduti e applaudire non bastava più: bisognava alzarsi e farlo questo concerto, non solo ascoltarlo, insinuando in tutti gli altri un semplice pensiero: “perchè no?!”

L'augurio al tour “Al teatro sotto casa” è che sia sempre così emozionante e che abbia sempre tra il pubblico qualcuno così appassionato da lasciarsi andare, amplificare le note, farle rimbalzare ed entrare dentro a tutto il teatro, artisti compresi.

Quello che la musica può fare”!

F.Re