Sono pietre o sono nuvole? sono vere oppure è un sogno?

Si apre con una lettura dello zio Dino Buzzati l'inaugurazione della mostra Dolomiti della pittrice Lalla Ramazzotti Morassutti, giovedì 24 aprile a Palazzo Trentini. A raccontare delal sua vita e della sua passione per la  montagna sono le due figlie e Franco de Battaglia, consigliere del Trento Film Festival, evento a cui già da tempo Lalla voleva esporre le sue opere.

Nata a Milano nel 1925, la vita di Lalla è stata spesso in bilico tra l'orgoglio per le sue origini familiari e la paura di restare nell'ombra. Lalla amava danzare, dipingere, andare in montagna. Tutte passioni sconvenienti per la mentalità dell'epoca. Solo sulle Dolomiti si sente a suo agio e sente di potersi esprimere. Così, quando un amico la invita ad unire le sue due più grandi passioni, Lalla comincia a dipingere quelle montagne che darnno luce e valore alla sua interiorità. 

Abbiamo individuato quattro fasi che evidenziano il cambiamento della pittrice nel corso degli anni: c'è una prima fase descrittiva dove le Dolomiti sono rappresentate nella loro integrità, sono montagne che uniscono, come sono viste anche dalla Fondazione UNESCO. Probabilmente dipinte dalla villa fin cui da bambina amava trascorrere l'estate. Poi, con il passare degli anni e forse l'aumentare della passione di Lalla per queste montagne, la sua pittura diventa immedesimazione nella maestosità e magnificenza nel paesaggio che la circonda, che non è solo un'alternativa all'urbanizzazione, ma anche un suo completamento e arricchimento. Lalla propone un'immagine della montagna non scontata.

Abbiamo notato un cambiamento profondo nella sua pittura nei primi anni 2000. Ora è lei rispetto alla montagna: pittrice, donna. Lalla si mostra timida rispetto alle sue Dolomiti, e in questi dipinti molto silenziosi emerge la dolcezza e l'amore dellapittrice nei confronti di queste montagne. La sua pittura non è un mestiere ma è la ricerca di spirittualità e come lei la sua pittura diventa meno sicura in un gesto di rispetto estremo. 

 

Le Dolomiti sono "sostanze evanescenti" e nella loro timida inconsistenza assumono caratteristiche qusi sacrali. Infine, negli ultimi anni della sua vita risulta evidente il legame indissolubile la pittrice e le Dolomiti, quelle stesse montagne che scalava con lo zio sono ormai talmente impresse nella sua memoria da accompagnarla fino alla fine: tratteggiati a matita gli ultimi disegni di Lalla sintetizzano l'amore indissolubile di questa donna per quel paesaggio a lei tanto caro.

Testi e foto: Isotta e Nicola