Purgatorio: un viaggio alla frontiera Messico-Stati Uniti

Il documentario proiettato ieri, 27 aprile 2014 al cinema Modena, è intitolato Purgatorio. Davanti ad una sala piena, preceduto da una breve introduzione di Sergio Fant e dall'intenso cortometraggio Inframundo di Ana Mary Ramos, Purfatorio ha saputo di certo regalare agli spettatori l'amaro in bocca.

Se vi capiterà di vedere il lavoro di Rodrigo Reyes non aspettatevi di trovare protagonisti o trame o gli schemi classici di un film perchè il documentario della sezione "Destinazione… Messico" non ha niente di tutto ciò. Invece racconta della violenza e della povertà da cui è afflitto il paese, del problema della droga e del viaggio che sono costretti a intraprendere i messicani che scappano negli Stati Uniti, attraversando la frontiera che li divide.

Nonostante a qualcuno possano infastidire gli sbuffi o i commenti degli altri spettatori in sala, questi rendono più facile capire che personaggi del film prediliga il pubblico. Nel caso di ieri sera la saa si è schierata dalla parte dei messicani in fuga.

E' ovvio, si potrebbe commentare. Eppure, come il film mostra esistono persone che lottano duramente perchè ognuno se ne stia a casa propria, senza importunare paesi altrui. Persone che, forse inconsciamente, fanno si che questo paese rimanga afflitto, in continua lotta con se stesso e il paese confinante e che ha trasformato la sua naturale bellezza in una terra governata dalla paura.

Rodrigo Reyes è stato in grado di mostrare anche il profilo di uomini, donne e bambini che sono stati in grado di reagire e rendere la loro realtà migliore. Persone che anche noi, molto spesso i primi a sbuffare e commentare, dovremmo ammirare per far sì che le nostre idee possano cambiare qualcosa.

C'è una frase all'inizio del film che dice: "Ci sono persone, però, che non si arrendono facilmente". L'unica cosa che rimane da chiederci, quindi, è siamo anche noi quelle persone?

Giulia