The last great climb

Un'avventura incredibile, quella che Leo Houlding, Sean “Stanley” Leary e Jason Pickles hanno avuto modo di vivere scalando l'Ulvetanna, lungo l'inviolata cresta NE di questa maestosa montagna, un monolito alto 2931 metri che esce dal ghiaccio nel cuore dell'Antartide.

“Il secondo posto più remoto al mondo dopo la Luna” (dice Robert Caspersen che per primo scalò questa montagna nel 1994), ecco dove si sono recati i tre scalatori (avventurieri oserei dire in questo caso) britannici per uscire dalla routine quotidiana, così sicura e noiosa, alla ricerca del proprio limite e di sensazioni estreme.

Le straordinarie immagini di Alastair Lee raccontano quest'impresa pazzesca, mettendo in risalto l'umanità, la voglia di vivere e soprattutto di divertirsi dei tre protagonisti, che non perdono mai il buon umore né tanto meno il sorriso a dispetto dell'isolamento pressochè totale, di temperature inferiori anche a -30°, passaggi resi quasi impossibili dalle avverse condizioni meteo e la durezza della vita in un luogo dove, citando il film, “ti si gela il culo”.

Un film dove la montagna è protagonista, ma ciò che colpisce maggiormente sono le parole che lasciano trasparire l'immensa gioia, e il pizzico di follia, dei tre alpinisti uniti alle straordinarie capacità tecniche e soprattutto mentali necessarie per scalare una montagna altrettanto straordinaria, sua maestà Ulvetanna, perfetto mix tra il pericolo e il divertimento che solamente la roccia può offrire.

Giovanni