Folco Quilici, il mio mondo

“Non c’è mai qualcosa di tranquillo quando si fa cinema.” Questa frase, pronunciata da Quilici stesso, aiuta a capire quanto il famoso regista, documentarista, fotografo e scrittore sia vitale e pronto a raccogliere diversi progetti assieme.

Forse per questo è stato messo nel 2006 da FORBES tra le 100 firme più influenti del mondo.  Ed è forse per questo che il suo nuovo libro, Il mio mondo, incuriosice non poco.

Nel libro, Quirici racconta il suo rapporto intenso con la natura, nelle forme più selvaggie: il mare e la montagna. Il primo come lavoro – le tredici puntate di Mediterraneo in collaborazione con Fernand Braudel sono solo una parte del suo lavoro sopra e sotto il livello del mare, – il secondo come hobby, perlopiù relax, talvolta uno splendido scenario per i suoi documentari.

Colonna della filmografia degli anni ’60, Quilici è stato affiancato da Roberto De Martin e Carlo Ancona nell’ incontro tenutosi ieri alla Sala della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, che hanno sottolineato la sua bravura non solo sulla pellicola – bella e traditrice, col passare del tempo – ma anche sulla carta. Interessante il dibattito sulla differenza tra i due: “Fare ciò che si vuole è possibile solo con una penna, o ora con un computer.” ha detto Folco Quilici, “Scrivere è un’altra fatica rispetto a filmare. Si può scrivere d’impulso, ma per filmare bisogna ragionarci su.”

A mio parere un libro dall’aura interessante e misteriosa: forse è per questo che il suo vero contenuto, la storia di una vita, è stato appena accennato nel corso dell’incontro tenutosi ieri, concentrato di più sulla grandezza dell’autore e delle persone che l’hanno affiancato dallo scorso secolo ad oggi.

Silvia