L’onda anomala libera l’aula 13 di Sociologia [UPDATE: COMUNICATO AUDIO]

Comunicato di Trento Anomala che è giunto in redazione e pubblichiamo:

Nella mattinata di oggi presso il rettorato dell’Università di Trento era in programma una seduta del Consiglio di Amministrazione, durante il quale si sarebbe dovuto discutere della proposta avanzata dal rettore Bassi riguardante la distribuzione dei tagli al bilancio d’Ateneo. Per tale ragione noi studenti e studentesse, dottorandi e dottorande, precari e precarie della ricerca abbiamo organizzato un presidio all’esterno del rettorato nell’intento di contestare la strategia unilaterale di riordino del bilancio. Il Rettore Bassi, promotore dell’Associazione AQUIS, credeva in maniera bieca che la crisi sarebbe stata solo un’opportunità di crescita per il nostro ateneo virtuoso. Certo, un’opportunità di crescita per i poteri forti che, dalle politiche di gestione del bilancio proposte in questi giorni, sembrano uscire immuni dalla crisi.

Student@, lavorator@ e precar@ dell’Ateneo subiranno le conseguenze più pesanti della crisi attraverso tagli al personale, minacce di licenziamento e riduzione dei fondi: unica prospettiva paventata dal Rettore per affrontare in modo la crisi.

 

 

In questa mattinata il Magnifico Bassi ha deciso di accogliere le nostre istanze attraverso uno schieramento di forze dell’ordine che presidiava l’interno del rettorato, chiedendo esplicitamente di impedire l’accesso a studenti e studentesse, precari e precarie della ricerca, ed escludendo quindi dal dialogo politico i soggetti che quotidianamente vivono l’università. È chiaro dunque che in occasione del Cda il rettorato diventa uno spazio accessibile esclusivamente a divise e folkloristici ermellini, e non a tutt@ quell@ che la precarietà la subiscono attraverso il mancato riconoscimento e il continuo sfruttamento.

 

Per contrastare l’invisibilità nella quale ci vogliono relegare, Trento Anomala ha liberato uno spazio.

 

Uno spazio per tutti e per tutte, e soprattutto di tutti e di tutte. In cui ognun@ potrà decidere come autorganizzare il proprio tempo e in cui si potrà ricostruire collettivamente il sapere critico.
 

Non vogliamo un ghetto d’oro né una cattedrale nel deserto.

Stiamo costruendo il nostro spazio di autogestione e di partecipazione comune per un laboratorio di idee.
 

Punto di inizio per socializzare nuove pratiche di conoscenza, di autoformazione e costruzione di uno spazio autonomo dove il sapere collettivo non sia assoggettabile alle logiche di deregolamentazione neoliberiste ma che sia elemento vivo di sovversione. 

Trento Anomala non pagherà la vostra crisi.

Crisis free zone!