Liberi-Libere di Essere!

Impossibile non rimanere colpiti alla vista delle due locandine che promuovono la serie di eventi “Liberi-Libere di Essere”, la manifestazione promossa da Arcigay e Arcilesbiche del Trentino dedicata alla lotta contro l'omofobia.

L'iniziativa prenderà il via domenica 12 maggio e proseguirà tutta la settimana sino alla domenica successiva, il 19 maggio, con incontri e appuntamenti. Il programma prevede proiezioni cinematografiche, dibattiti, rappresentazioni teatrali e incontri aperti. “Liberi-Libere di Essere” entrerà anche nelle scuole, con diverse attività legate alla sensibilizzazione sul tema, concentrandosi sul problema del bullismo omofobo.

Uno degli eventi dal carattere più forte che avrà luogo durante questa settimana sarà la fiaccolata dedicata alle vittime dell'omofobia, un'occasione per condannare tutti gli atti di violenza verbale, fisica e emotiva nei confronti delle persone omosessuali. La fiaccolata si svolgerà lungo le vie della città di Trento, nella serata del 16 maggio, con partenza alle 21.00 da Piazza Duomo. Per il programma completo degli eventi www.liberilibere.it.

Tornando alla locandina, l'immagine ha fatto il giro dei media, locali e nazionali, suscitando scalpore. La foto incriminata rappresenta una coppia di ragazzi dello stesso stesso (maschile in una, femminile nell'altra) colti nell'atto di baciarsi. Un semplice bacio gay, direte voi, anche i più conservatori dovrebbero essere abituati, perché tanto scalpore? Avete ragione, non fosse che questa volta Arcigay e Arcilesbiche hanno voluto aggiungere un dettaglio in più: i ragazzi indossano i costumi tipici della tradizione tirolese. A quanto pare questo dettaglio cambia l'intero scenario. Si, perché in una regione, il Trentino, dove l'autonomia viene prima di tutto, indossare un abito che ricorda molto le divise degli Schutzen fuori dal loro contesto originale suscita sempre un certo scalpore, che anche in questo caso non è di certo mancato, nonostante il presidente di Arcigay del Trentino, Paolo Zanella, abbia specificato che quelle utilizzate non sono divise degli Schutzen, ma semplicemente tradizionali abiti alpini.

Stefano Rubini, il curatore della locandina tanto discussa, spiega così la provocazione lanciata: vedere due ragazzi gay che si baciano mentre indossando abiti della nostra tradizione porta questa realtà più vicina a noi di quanto siamo abituati, non è più una questione che c'è ma io non vedo, ora è a fianco a me. L'uomo “altro” non è poi così “altro”, condivide con me le origini, l'identità.

E voi che ne pensate?

(di Jessica Cologna)