A Rovereto la prima grande mostra italiana dedicata all’artista contemporaneo Li Yongzheng la cui opera multimediale si inserisce nel filone dell’arte relazionale.
Attraverso video, installazioni, pitture e nuovi media il paesaggio visivo dell’artista cinese è un’articolata riflessione su alcune tra le più urgenti questioni sociali. Per ribadire, ancora una volta, che “tutta l’arte è politica”.
Multimediale, attuale, a tratti disturbante, l’opera di Li Yongzheng interseca diverse discipline: dalla performance, alle installazioni, dal video alla pittura. Il punto di partenza non è mai il medium, quanto il tema, il contesto, l’esperienza concreta.
L’intenzione – dichiarata – è quella di coinvolgere il pubblico, di favorire il pensiero, di raccontare al mondo le trasformazioni sociali e culturali della Cina contemporanea, di segnalare possibili nuovi marcatori della storia.
Che si tratti di performance art, installazioni, video o opere interattive a lungo termine, tutte i lavori muovono da un’approfondita analisi dei contesti, delle radici culturali e dei luoghi in cui vengono realizzate. Attraverso l’azione artistica, Li Yongzheng osserva e descrive il presente, dai singoli episodi ai macro-temi.
Ne è un esempio la serie di video Borders, realizzata tra il 2015 e il 2020 nella regione autonoma dello Xinjiang nell’area occidentale della Repubblica Popolare Cinese, in risposta a episodi di odio di matrice nazionalista. Le caratteristiche antropologiche di quest’area sono direttamente collegate, nella lettura di Li Yongzheng, alle maestosità del paesaggio, caratterizzato da deserti, canyon e distese di ghiaccio. La natura diventa quindi uno strumento per comprendere la società, la cultura e l’umanità.
I video Yes, Today e Death Has Been My Dream for a Long Time, invece, sono ambientati rispettivamente nell’area rurale del Liangshan e sulle spiagge nei pressi di Tientsin. I profondi drammi che subiscono i bambini protagonisti di queste opere vengono affrontati con grande empatia e sublimati attraverso gesti carichi di ritualità.
Definito dal critico francese David Rosenberg l’artista dei grandi deserti, Li Yongzheng usa spesso elementi naturali simbolici, come la cera e il sale dell’Himalaya, per affrontare temi complessi legati alle tensioni culturali e alle dinamiche politiche.
Nel cortocircuito che si crea tra la bellezza delle opere e le contraddizioni di cui l’indagine di Yongzheng si nutre, emergono denunce che sono promesse inattese: l’artista è infatti convinto che l’arte, in quanto gesto politico, inneschi dibattiti e favorisca il cambiamento. Con profonda sensibilità, il lavoro di Yongzheng attiene alla realtà, denuncia la cronaca, disvela le storie, con l’ambizione di fornire prospettive alternative.
Apparentemente pessimista e disilluso, è un inno di speranza.
Dal punto di vista estetico la poetica di Li Yongzheng condivide spesso le soluzioni della Post-Internet Art, con l’utilizzo di Internet come strumento contemporaneo per la realizzazione delle opere, e i principi dell’Estetica relazionale, con il coinvolgimento attivo del pubblico nell’azione creativa o nella fruizione.
La mostra di Rovereto, negli ampi spazi del secondo piano del Mart, presenta 21 lavori tra installazioni multimediali, dipinti, fotografie e una grande opera spaziale che si sviluppa lungo l’intero percorso espositivo.
Biografia
Nato a Bazhong, nella provincia del Sichuan, nel 1971, Li Yongzheng frequenta il Department of Technology e il Department of Oil Painting del Sichuan Fine Arts Institute dal 1989 al 1991.
Nel 1994 si laurea presso il Department of Fine Arts della Southwest University (precedentemente Southwest Normal University).
Dal 1998 al 2000 prende parte ad alcuni seminari presso il Department of Sociology della Sichuan University, mentre vive e lavora Chengdu, nella provincia del Sichuan. Artista multimediale è conosciuto principalmente in Cina, dove ha all’attivo decine di mostre. Ha esposto anche in Giappone, a Taiwan, in Corea del Sud, in Australia, negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
In Europa ha partecipato a eventi collaterali alla 55. Biennale di Venezia (2013); alle mostre europee curate da Liang Kegang a Bologna nel 2013 e a Bonn nel 2014; ha esposto al Mercedes-Benz Center di Francoforte (2018), al Vienna Bank Building (2019).
Quest’anno è prevista una personale a cura di Lin Shuchuan presso l’Art Museum of Nanjing University of the Arts, in Cina.