Le opere di Bonapace svelate a Trento

 

<<La mia scultura preferita di Bonpace è Frammento, mentre quella scelta per il depliant della serata si intitola Ex morte vita, opera del fronte più prospero delle sculture di Bonapace, quello funerario, che gli ha concesso tanta libertà espressiva>> ci racconta la curatrice Katia Fortarel, poco prima della inaugurazione della mostra di quella che – ci tiene a specificare – è solo una parte dell'opera di Ermete Bonapace, autore trentino ma di afflato europeo, nonché importante attivista culturale di questa regione. La mostra, che rimarrà aperta fino al 12 Aprile, è ospitata presso palazzo Roccabruna, una sede significativa, secondo il segretario generale della Camera di Commercio di Trento Mauro Leveghi, il primo ad intervenire a questa inaugurazione: <<come il busto di Gazzoletti di fronte alla stazione dei treni di Trento, così stasera le sculture di Bonaparte si trovano a fronteggiare palazzo delle Poste, ponendo nuovamente l'artista vis a vis con il suo contemporaneo architetto Mazzoni.>>

Mentre il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi spiega alla sala il valore sperimentale di questa esposizione, che mescola un percorso di storia dell'arte ad uno di storia culturale trentina spingendo il pubblico ad un approccio critico nei confronti di un artista paradigmatico nel rapporto tra la città e la complessità storica del periodo del primo Novecento, la sala si gremisce di persone, tra le quali, dai figli ai pronipoti, è presente l'intera famiglia Bonapace: si deve al loro impegno nel mantenere vivo il ricordo dell'illustre artista, che già portò alla pubblicazione dei diari di Ermete in Galizia nel Bollettino del Museo trentino del Risorgimento, la possibilità di realizzare una mostra di questo calibro. Il lavoro è stato lungo e complesso: la ricerca dei materiali e il loro studio ha richiesto ai curatori Mario Cossali e Katia Furtarel almeno tre anni. Sono loro a concludere il discorso introduttivo, dando di questa figura novecentesca un ritratto completo e storicamente puntuale, dai suoi incarichi istituzionali, quali ad esempio l'insegnamento o il ruolo ricoperto nel sindacato pittori e scultori di Trento, al carattere internazionale dei suoi studi, che gli consentì di apportare nelle sue opere a Trento un anelito di Europa. Così pure non restano esclusi dalla trattazione anche gli aspetti più spiacevoli della vita di questo poliedrico artista trentino, come la morte per infarto che colpì Bonapace in occorrenza della strage della Portela, che privò la città di un altro suo figlio illustre, Gino Pancheri.

Ora che le sale sono stata aperte al pubblico sarà possibile, per più di un mese, venire a contatto con le opere di Bonapace il cui processo artistico è intrinsecamente legato alle più fondamentali e, nel contempo, tragiche tappe storiche della prima metà del Novecento e comprendere, inoltre, il percorso che ha portato alla progressiva configurazione artistica di Trento per come la conosciamo oggi.

(Lucia Gambuzzi)