di (anti-) Lorenzo Zaccaria
Attraverso la teoria della relatività ristretta, il principio di indeterminazione di Heisenberg, l’equazione di Dirac e molte e molte (e troppe) altre dimostrazioni fisiche, Roberto Iuppa è venuto al teatro Sanbàpolis a parlare dell’anti-materia, aiutato dai disegni sulla sabbia di Nadia Ischia.
La teoria dei quanti avrebbe dimostrato l’esistenza tra le particelle di una simmetria per cui ad ogni carica elettrica esiste un’altra carica di pare massa ma di segno opposto: per cui a un elettrone, che ha carica negativa, corrisponde una pari particella a carica positiva che è l’anti-elettrone (solitamente detto “positrone”); mentre invece al protone, di carica positiva, corrisponde un anti-protone, negativo.
Per spiegare questo bisogna fare una piccola sintesi della storia della scienza precedente: Einstein presentò la teoria della relatività ristretta (la famosa E=mc²) mentre più avanti Schrödinger ed Heisenberg proposero la teoria quantistica. Tuttavia queste due teorie non combaciavano e per combinare insieme queste fu necessario aspettare Paul Dirac e la sua equazione (il geroglifico nella foto di copertina) riferita al moto degli elettroni immersi in un campo magnetico. In pratica gli elettroni, immersi in una corrente magnetica, prenderebbero una direzione piuttosto che l’altra a seconda della propria carica, negativa o positiva. Peccato che non fosse prevista fino ad allora l'esistenza di un elettrone di carica positiva! Ed ecco che arriviamo al nostro anti-elettrone.
Come attraverso uno specchio esiste un’immagine riflessa, speculare ma costantemente uguale, così esiste l’elettrone e l’anti-elettrone, il protone e l’anti-protone; da questo è legittimo pensare che un anti-elettrone e un anti-protone, insieme, costituiscano un anti-atomo e che questi sia parte costituente dell’anti-materia, di anti-mondi dove vivono degli anti-viventi tra cui, perché no?, degli anti-uomini. Questo ha portato a innumerevoli creazioni di fantasia, pensate quanto possa essere interessante pensare che vi sia un’altra Terra, un anti-Terra, là da qualche anti-parte, in cui anche lì, un anti-Roberto Iuppa ha parlato dell’anti-materia (che per noi è la materia), e un anti-me starà parlando a degli anti-voi di quell’anti-spettacolo.
Probabilmente questa rappresenta più un delirio creativo che una visione scientifica. In fondo tutti noi sappiamo che in Natura tutto non è perfettamente simmetrico: e proprio qui sta il problema. La ricerca scientifica è arrivata a creare in laboratorio l’antimateria, ma rimane ancora il dubbio di dove si trovi in Natura (sono state sì trovate delle traccie ma in sproporzione rispetto al resto della materia). Se fosse tutto perfettamente simmetrico non dovrebbe esserci la stessa quantità di antimateria? Forse non è tutto simmetrico o forse stiamo cercando dalla parte sbagliata. Probabilmente in un altro luogo dell’universo avremo risposte più chiare, probabilmente bisognerebbe spostarsi nel tempo, perché l’universo è in movimento e, se vogliamo ipotizzare un momento in cui materia e anti-materia si sono incontrati, bisognerebbe risalire a prima del Big Bang. Questo è il problema dell’anti-materia, ancora in bilico tra fisica teorica e sperimentale, e per scoprire la risposta bisogna attendere che le ricerche vadano avanti. Le ricerche del nostro mondo o le anti-ricerche dell’anti-mondo.

(nella foto una proiezione del lavoro di Nadia Ischia a conclusione dello spettacolo)