Laurea e lavoro: la facoltà conta

L'indagine Almalaurea - Seconda Puntata

Esistono corsi di laurea che garantiscono un accesso meno difficile al mondo del lavoro? Stando ai dati di Almalaurea relativi ai laureati a Trento, la risposta pare proprio essere affermativa. 

Concentrando l’attenzione sui soli titoli di laurea magistrale (dal momento che, nella maggior parte dei casi, dopo il titolo triennale, i laureati decidono di non entrare immediatamente nel mercato del lavoro), si scoprono acute differenze nel tasso di occupazione, particolarmente marcate nelle rilevazioni effettuate ad un anno dalla laurea. 

Il dato generale, che include tutte le facoltà, ci dice che il 62 per cento del campione lavora ad un anno dalla laurea, mentre il 20,7 per cento non lavora ma è in cerca di occupazione ed il 17,6 per cento sceglie di rimanere fuori dal mercato (non lavora nè cerca).

Se scomponiamo questo dato tra le diverse facoltà, scopriamo che dopo un anno lavora il 72,7% dei laureati in economia, il 72,4% dei laureati in ingegneria, il 63,9% dei laureati in lettere e filosofia, il 59,6% dei laureati in sociologia, il 47,5% dei laureati in scienze, il 42,5% dei laureati in scienze cognitive ed il 32,6 per cento dei laureati in giurisprudenza.

Siccome, tuttavia, ci sono numerosi laureati che decidono di rimanere fuori dal mercato del lavoro (questo vale in particolare per chi sceglie di frequentare ulteriori corsi o svolge attività di praticantato, diffusissime in particolare ad ingegneria e scienze cognitive), può essere più sensato operare il confronto sulla quota di quanti “non lavorano ma cercano”. In questo caso, il primato – poco invidiabile – spetta a lettere e filosofia, dove in questa categoria rientra il 29,9% degli intervistati, seguita da giurisprudenza (28,3%), scienze cognitive e sociologia (a pari merito col 27,9%). Fanno meglio scienze matematiche, fisiche e naturali (15%), economia (14,8%) e ingegneria (10,9%). 

Fin qui i dati rilevati ad un anno dal titolo, in una fase che per molti laureati risulta ancora di “assestamento” e di transizione. Per vedere cosa succede quando la situazione dovrebbe essersi stabilizzata, è opportuno dare uno sguardo ai dati raccolti a 5 anni dal conseguimento del titolo (anche se in questo caso occorre considerare che la maggior parte del campione ha fatto il proprio ingresso sul mercato del lavoro in un momento in cui le difficoltà di ingresso erano meno accentuate rispetto ad oggi). In questo caso, il dato complessivo vede gli occupati al 90,3%; al 5,2% le persone in cerca di occupazione e al 4,5% coloro che né lavorano né cercano. I divari tra le facoltà si appiattiscono notevolmente ed a guidare la classifica sono i laureati in sociologia (97,4%), mentre in coda troviamo scienze (76,9%). Anche in termini di disoccupazione performa molto bene sociologia (2.6%), alla pari con ingegneria, mentre va meno bene per scienze (13,5%) e scienze cognitive (9,1%).

(di Benjamin Dezulian)

Prima puntata: Almalaurea premia Trento
Terza puntata: Quanto "paga" una laurea a Trento