La settimana Tingo vol.1

Corallo vi allieterà la quarantena.

di Leonardo Tosi

“Ma per i sogni che hai è indispensabile
 Non pensare che gli altri siano da buttare via
 Come fossero avanzi”.

Si chiude così Corallo, la canzone di apertura del nuovo (omonimo) album di Colombre, che setta il tono di un disco che ci conduce nell’universo delle relazioni interpersonali:
 “Non avevo un titolo preciso, ma c’era questa parola che, durante la scrittura, ogni tanto riaffiorava come a volermi suggerire il senso più nascosto delle canzoni. Il corallo lo associo ai rapporti interpersonali che racconto nel disco; misteriosi, profondi, difficili da avvicinare, da trattare e preservare con più delicatezza possibile, data la loro complessità e bellezza”.
Viaggio che non è sempre agevole: se la traccia iniziale è caratterizzata da un mood generalmente positivo e da un testo intessuto di parole incoraggianti, già da Non ti prendo la mano il percorso si fa tortuoso.

“Se non mi vuoi più bene/ non me ne importa niente/ perché probabilmente/ non sei così importante” sono le parole poco concilianti che aprono un trittico di canzoni (Non ti prendo la manoTerrore e Crudele) che parlano di distacco, di vergogna, di inadeguatezza, di errori, di pentimento.
Questa immersione nel roveto delle relazioni raggiunge l’apice con Per un secondo, la canzone forse più dura dal punto di vista testuale, da cui emergono stilettate di astio e rancore, ma che è probabilmente il miglior pezzo del disco. Musicalmente spigliata, impreziosita da sentori di Andrea Laszlo De Simone e Ivan Graziani, sorretta da un moog che le dà un sapore anni ’70: chapeau.

Arrivati al climax, possiamo nuotare in acque più calme: Mille e una notteArcobaleno e Anche tu cambierai ci prendono la mano, accompagnandoci in una zona molto più distesa. Il moog lascia spazio all’organo, le atmosfere si fanno più oniriche, fa capolino un po’ di speranza: “Si, tutto cambierà prima o poi/ Mai più la notte scenderà su di noi”.
Mille e una notte, con un coro alla Baustelle de I mistici dell’Occidente, è la canzone che sorregge tutto il disco, assieme a Per un secondo.

Al di là dei pipponi pseudocritici che giustificano questo pezzo, un consiglio: godetevi Corallo. È un album ben scritto, ben arrangiato, ben eseguito, che si discosta dalla produzione It-Pop e si inserisce in una tradizione cantautorale che parte dagli anni ’60-’70 e comincia a ravvivarsi ai giorni nostri; non fermatevi al primo ascolto.

Colombre negli ultimi tre anni ha viaggiato tanto (in tour come chitarrista di Calcutta) e ha prodotto cose (Deluderti, l’album di Maria Antonietta), ma ha anche scritto e composto, prendendosi il tempo di far decantare ciò che usciva dalla sua penna. La nostra attesa post Pulviscolo non è stata vana.

 

CONSIGLI PER GLI ASCOLTI:

  • Joan Thiele, Operazione Oro (bello, fresco, interessante, se l’è giocata fino all’ultimo con Corallo)
  • LIBERATO, Ultras (uscito stanotte, pompatelo a tutto volume così lo sentono anche i vicini, magari ne parliamo più avanti)
  • Coma Cose, DUE (L’evoluzione che doveva esserci in HYPE AURA l’ha portata Stabber).