di Lorenzo Zaccaria
La regione Trentino Alto-Adige è una regione che funziona. I risultati dei test INVALSI di quest’anno ne sono la prova: il grande rapporto censuario, che raccoglie campioni dall’intera fascia educativa (2° e 5° elementari; 3° media; 2° superiore; università esclusa), testimonia la schiacciante superiorità dei risultati del Nord-Est Italia. Il dato è reso ancora più speciale dalla forte equità degli studenti che non presentano eccessivi squilibri tra gli esaminati (per esempio oltre il 90% degli studenti di quinta elementare possiede un livello A1 nelle competenze di reading in inglese).
Insomma gli studenti trentini dimostrano maggiori competenze in italiano, matematica e inglese rispetto a il resto della penisola ma, se da una parte può essere motivo di orgoglio per chi abita qua, dimostra che l’Italia è ancora una nazione attraversata da profondi squilibri.
Un rapido confronto con i risultati degli anni scorsi dimostra che il problema non accenna a migliorare. E quanto emerge dal censimento del Ministero dell’Istruzione può essere facilmente riferito a tutti gli altri settori economico-sociali del nostro paese mostrandosi come l’unica costante del nostro paese dal Risorgimento a oggi. Forse la qualità del benessere di un territorio potrà sembrare responsabile soltanto indirettamente della qualità dell’istruzione, ma è indiscutibile siano settori reciprocamente stimolanti.
Per questo serve a poco rallegrarsi dei risultati degli INVALSI, anche qui nel Trentino; nonostante sia la regione più virtuosa non farebbe male abbandonare la mentalità del campanile e riflettere sull’enorme divario territoriale. Anzi, proprio qui nel Nord-Est dovremmo osservare l’intera situazione nazionale e piegare le nostre competenze al servizio della penisola intera.
Se osserviamo il caso trentino vediamo che, mentre le regioni a Nord-Ovest sono dal dopoguerra il centro di trazione produttiva del paese, qua si presenta un modello più decentrato e saldo nel territorio. Mentre per il capoluogo, Trento è una città universitaria dal forte potere attrattivo (non sono pochi i frequentanti provenienti da altre regioni) e questo nonostante la posizione periferica della città. Per Bolzano e il Sudtirolo il discorso è simile.
Il Trentino può diventare il grande esempio di patto tra città e campagna, un territorio reticolato tra i due poli politico-amministrativi di Trento e Bolzano, i grandi impianti agricolo-industriali (delle multinazionali della Marlene o del Ferrari) e le piccole imprese salde nelle comunità delle valli assieme ai tesori culturali e naturali.
Sicuramente questo non basta a risolvere tutti i problemi del nostro paese, nell’applicazione pratica si moltiplicano le problematiche particolari perse da qualsiasi sintesi teorica. Tuttavia basterebbe cominciare a guardare un paese unito politicamente da anni (chi più, chi meno, tutti) come uno soltanto e considerare i problemi di una parte, come la Questione Meridionale, come i problemi di tutti, la Questione Nazionale.
In allegato il rapporto INVALSI 2017/2018 del MIUR.
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