La mappa non è il territorio

È una frase resa celebre dalla Programmazione Neuro Linguistica (PNL). È la prima slide proiettata in un qualsiasi corso sulla PNL. La frase completa è “Il nome non è la cosa e la mappa non è il territorio”. Si riferisce al nostro modo di conoscere la realtà e alla rappresentazione che ognuno se ne fa. La conoscenza avviene attraverso i sensi e, principalmente, attraverso la vista, l’udito e il tatto. Ognuno poi ne predilige uno tanto che si può tentare una classificazione per tipi: Visivo, Uditivo o Cinestesico. Ascoltando qualcuno parlare si può con buona approssimazione dedurre attraverso quale senso ama percepire la realtà: la prevalenza del verbo vedere per i visivi, udire per gli uditivi e sentire per i cinestesici. Questi ultimi avvertono poi la necessità di toccare i propri interlocutori e imparano “facendo”.

In sostanza ciò che pensiamo sia la verità del mondo che ci circonda non è altro che la sua rappresentazione costruita in modo più o meno perfetta dai nostri sensi. “L’esperienza del mondo esterno – scrive Gregory Bateson è sempre mediata da specifici organi di senso e da specifici canali neurali. In questa misura, gli oggetti sono mie creazioni e l’esperienza che ho di essi è soggettiva, non oggettiva. Tuttavia, non è banale osservare che pochissimi, almeno nella cultura occidentale, dubitano dell’oggettività di dati sensoriali come il dolore o delle proprie immagini visive del mondo esterno. La nostra civiltà è profondamente basata su questa illusione.

Un aneddoto relativo a Korzybski è particolarmente significativo. Un giorno, mentre insegnava, si interruppe e prese da una scatola un biscotto scusandosi che doveva per forza mangiare qualcosa. Poi ne offrì agli studenti della prima fila. Quando ne ebbe mangiato un altro commentò: “Buoni, questi biscotti, vero?” Gli studenti che ne avevano mangiato annuirono. Poi prese la scatola e ne mostrò l’etichetta: “Biscotti per cani”. Alcuni studenti corsero verso il bagno tenendosi la mano sulla bocca. Il commento fu: “Vedete? Non si mangia solo il cibo ma anche le parole e il sapore del primo è influenzato dal sapore delle seconde.” La rappresentazione della realtà influenza pesantemente la percezione della realtà stessa.

E per chi volesse approfondire:

Paul Watzlawick “La realtà della realtà” – edizioni Astrolabio.

Richard Bandler e John Grinder“ La Struttura della Magia” – Edizioni Astrolabio

 

D. Corraro