11 aprile 2014: si apre la fase dibattimentale della prima moot court organizzata da ELSA Trento. Ai blocchi di partenza sono otto squadre, una trentina di ragazzi pronti a sfidarsi nella cornice del castello del Buonconsiglio. 12 aprile 2014: dopo quarti di finale, semifinali e finali, tra squadre di altissimo livello, ne è emersa una vincitrice. Sono state premiate anche la seconda e la terza squadra classificata e il miglior oratore.
La squadra vincitrice, ancora incredula, si è avvicinata per qualche domanda. Ma conosciamoli meglio.
Chi siete?
«Siamo Davide Corraro ed Ilaria Ercole, studenti di giurisprudenza del secondo anno. Appassionati di diritto, abbiamo voluto testare le nostre, seppur basilari, conoscenze. Volevamo confrontarci con le materie di studio più concretamente».
Potete descrivere la vostra esperienza alla Local Moot Court Competition? Quando avete deciso di partecipare? Com'è stato prepararla?
«Beh, abbiamo conosciuto questa iniziativa quando, nell'ambito del corso di diritto penale, Sara Addamo (VP attività accademiche di ELSA, N.d.R) e Letizia Zavatti (director moot court, N.d.R.) l'hanno presentata. Anche avendo sostenuto da poco l'esame di diritto privato, a casa abbiamo deciso di partecipare, cominciando a dedicare le serate fino alla consegna delle memorie, dopo lo studio giornaliero, per fare ricerche sul materiale giuridico necessario per risolvere il caso. Abbiamo poi, in tempo relativamente breve, steso la memoria scritta sulla base dei dati ricercati. A dire la verità pochi giorni prima del dibattimento orale, titubavamo un po' sul se presentarci…».
Pensate sia stato formativo partecipare alla Local Moot Court? Perché?
«Sì, sicuramente formativo. Non capita di provare le proprie capacità in concreto e non avevamo mai avuto l'occasione di risolvere da soli un caso, anche se fittizio. Lavorare in concreto fa capire quanto importante sia conoscere i principi studiati per applicarli.
Crediamo che dovrebbero essere presenti delle occasioni così anche nell'ambito dei corsi. Inoltre, la possibilità di essere giudicati e di tentare di convincere esperti e persone che lavorano nel diritto non è da poco.
Questi eventi danno anche la possibilità di orientarsi più in concreto nella scelta dell'indirizzo degli studi, chiarificando come la materia effettivamente possa articolarsi nella pratica».
Consigliereste agli altri di partecipare ad esperienze simili?
«Sì. Non bisogna farsi intimorire dalla poca esperienza, bisogna provare. I risultati, se vengono, sono sempre graditi e sono uno sprone agli studi, ma l'importante è vivere queste esperienze che richiamano, seppure in senso lato, il procedimento reale: aiutano a meglio comprenderne il funzionamento.»
Quindi, vi siete divertiti?
«In realtà, sì. In particolar modo nel replicare alle affermazioni altrui: è qualcosa di nuovo, entusiasmante».
Un'ultima domanda, come ti senti tu, Davide, che pure sei un abile oratore, a veder conferito il premio "miglior oratore" a Ilaria?
«Benissimo, anche perché mi offre una pizza».