Internazionale a Ferrara: “La scuola cattolica” di E. Albinati

di Lorenza Giordani

 

Tra gli eventi del Festival dell’Internazionale non poteva mancare di certo un appuntamento con “La scuola cattolica”, libro vincitore dell’edizione di quest’anno del Premio Strega.

Nella pittoresca cornice di palazzo Roverella a Ferrara, lo scrittore Edoardo Albinati assieme a Nadia Terranova ci ha condotto nella Roma degli anni Settanta, tra i corridoi del San Leone Magno e il Quartiere Trieste, attraverso le vicende di cronaca tristemente note come il ‘Massacro del Circeo’.

“In questo romanzo ho potuto usare la mia esperienza personale come repertorio di fatti accaduti” dice Albinati “poiché il lavoro dello scrittore è attingere alla verità e restituire invenzione”. Non è un caso infatti che gli autori ‘massacro del Circeo’, attraverso cui Albinati ci conduce, fossero proprio dei suoi compagni di classe.

Borghesia decadente e violenza dilagante, politica e non solo: è questa la cornice in cui si articola questo testo, a metà tra romanzo di formazione e memoir in forma di diario. L’adolescenza, specie per un maschio, è l’unico periodo della vita in cui ci si guarda allo specchio; poi ci sarà tempo solo per farsi la barba al mattino. Guardarsi allo specchio significa fare introspezione, esplorarsi, prendere confidenza con se stessi e la propria sessualità.

 

 

Il libro si presta perciò anche ad esser visto come una sorta di trattato sull’educazione del maschio in Italia: un tentativo per rintracciare le origini di quell’indole di sopraffazione, arroganza, e cameratismo criptofascista attraverso cui interpretare la complessa storia del nostro paese di quegli anni.

Alcuni hanno definito questo romanzo misogino, androfobo, femminista: definizioni contrastanti per letture diverse di una stessa opera. “Meglio così” dice Albinati “I romanzi sono fatti per scatenare putiferi.”