Immagini al Confine

Beyond the Border è mostra fuori dal tempo, un richiamo all'empatia

di Massimiliano Beghini 

“Che cosa sai, veramente, dei confini? Intendo: che cosa so io, cittadino europeo con passaporto riconosciuto da quasi tutti i paesi del mondo”.

Questo interrogativo è la chiave di apertura per la mostra fotografica Beyond the Border, che ha ad oggetto il confine di Ventimiglia, dove una richiesta di calarsi nei panni è d’obbligo, visibile nella facoltà di sociologia fino al 16 marzo.

Le immagini presentano una tagliente scelta di composizione delle fotografie, una desaturazione dei colori, donando una patinatura di colori grigi, che offre una prospettiva indefinita dei soggetti.

Indefinita, se così si può definire, per la possibilità di personificazione in quei migranti senza volto, sfocati o troppo distanti per capirne i tratti.

Un doppio aspetto viene trasmesso: il mero fenomeno di massa e numero, ma anche il divenire di immagini senza tempo nel luogo, dove solo la consapevolezza di dove sono state scattate riportano al presente, nel nostro paese.

I contrasti sono un ulteriore aspetto cardine della mostra, scene di aride rocce recintate in primo piano rispetto ad uno sfondo di yatch. Comunissimi indumenti occidentali e spazzolini abbandonati, che perdono ogni valore e che nascondono storie di persone costrette ad abbandonare anche le cose più semplici, scontate.

Una mostra che si concentra sulle piccole cose che chi emigra abbandona, il loro impatto su barriere innaturali, che non bloccano la determinazione di chi insegue il futuro, sulla semplicità. L'esperienza sta nei dettagli che nascondono grandi sofferenze di queste vite impossibili.

img source: unsplash.com