Provate a chiedere a Dutch Nazari che cosa pensa della scena rap di Trento e vi ritroverete ad essere trascinati dall'entusiasmo di questo giovane artista, che ha fatto della più trasparente umiltà il suo fortunato stilema: vi spiegherà che l'hip hop – se non lo sapevate – si divide in quattro discipline, ognuna degna di attenzione, ed in particolare del suo rispetto per il writing. Vi racconterà di come al suo arrivo in questa città, nel 2009, il fulcro della scena rap fosse piazza Italia, mentre ora lo è quasi esclusivamente per la breakdance. Vi racconterà dell'impegno del centro sociale Bruno cui ha assistito negli anni. Vi farà i nomi di Compless, Scream, Ares Adami, Mortecattiva, Ceri e della Birrette Family.
Se ancora non avete avuto modo di venire in contatto con le canzoni di Duccio Nazari, in arte Dutch, vi conviene aggiornarvi: siamo di fronte a un artista che al suo indubbio talento musicale, colto e supportato da un veterano di valore come Dargen D'Amico, accompagna anche un saper stare al mondo di tutto rispetto, un atteggiamento fatto di positività e intraprendenza contagiose. Ed è in virtù di questo sprone che secondo lui si può ancora fare tanto e meglio nel panorama musicale offerto da Trento: punto dolente, secondo Dutch, è la carenza di centri di aggregazione dai quali provengano iniziative “rappuse” ben orchestrate e portate avanti con serietà. Nella scena trentina la mancanza dei collettivi, cui invece è abituato nella sua natia Padova, si fa sentire, <<ma non per questo bisogna rinunciare a sperare in un rinvigorimento dell'attività hip hop in città, come testimoniano i tentativi perpetrati, tra gli altri, da Bookique ed H-demia.>> Chi ha orecchie per intendere intenda, perché risulta evidente come anche nella piccola Trento i desiderosi di fare non mancano: è necessario prenderne coscienza, perché la fortuna va fatta girare e in questo caso la fortuna che Trento ha è quella di ospitare talenti di questo livello.
Dopo il successo dell'ep Diecimila Lire, che ha offerto a Dutch la possibilità di collaborare con Willie Peyote, col quale intrattiene un rapporto di profonda amicizia nato a distanza e basato sulla più radicata stima reciproca, ora Duccio vive il delicato momento della pubblicazione del suo primo album. Sia consapevole Trento di stare ospitando un artista tanto umano e tanto riconoscente nei confronti di ciò che questa città gli ha regalato negli anni: lui ci tiene a ricordare, in particolare, che è tra queste montagne ha conosciuto il poeta veneziano Alessandro Burbank, amico al quale si è ispirato per la canzone Genio Dentro. Speriamo di poter fruire ancora per un po' della presenza di questo meritevole artista nella nostra città, nonostante sia chiaro che il suo talento lo porterà tanto lontano.
(Lucia Gambuzzi)