Il Plano de Uso de Terra: l’esperienza urbanistica trentina in Mozambico

La realtà trentina non si fa passare davanti il treno della cooperazione internazionale senza batter ciglio. Anzi, lo prende puntualmente da anni. E di questo macroimpegno presente in regione, il Plano de Uso de Terra è stata certamente una rilevante espressione. Presentato pubblicamente lo scorso 12 Aprile presso la Sala Falconetto del Comune di Trento, il progetto riguarda la definizione di un piano urbanistico per il distretto mozambicano di Caia e rientra in un insieme di piani di sviluppo curati dal Consorzio Associazioni con il Mozambico (CAM) in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (DICAM) dell’Università di Trento e con la promozione della Provincia Autonoma di Trento.
Come ha spiegato il professor Corrado Diamantini, coordinatore scientifico del Plano, lo scopo del progetto è quello di “definire un piano non redatto a tavolino”, come alcune esperienze passate avevano suggerito, ma che guardi alle esigenze della popolazione locale e alle caratteristiche del territorio. Ed è per questo motivo che l’equipe del professore negli anni di progettazione ha condotto 600 interviste presso la popolazione locale da cui sono derivati tre obiettivi principali per la definizione del piano.
Innanzitutto, è opportuno un consolidamento della distribuzione territoriale della popolazione, in quanto da un’analisi demografica è emerso che le aree rurali negli ultimi dieci anni hanno visto un aumento della popolazione del 34%, contrariamente alla tendenza di altri paesi africani. A tal proposito, il Plano propone un sostegno alla produzione agricola e un miglioramento dei servizi e delle infrastrutture delle centralità minori.
In secondo luogo, il fenomeno delle grandi concessioni agricole rappresenta un grosso rischio per la popolazione locale, se si pensa che il 91% degli abitanti del distretto è occupato in un’agricoltura di sussistenza. Il piano cerca dunque di ridimensionare le concessioni a difesa degli interessi locali.
Infine, occorre un ridimensionamento dell’utilizzo delle risorse naturali. In particolar modo, il piano presta attenzione ai “coutados”, aree protette molto estese dove sono presenti concessioni agricole, insediamenti e coltivi, e preme per una maggiore regolamentazione. A ciò si aggiunge la questione delle concessioni forestali, che fanno un uso indiscriminato di buona parte del territorio del distretto: il progetto prevede dunque la cessazione di questo genere di concessioni e un graduale rimboschimento del territorio. Nelle aree con scarse velleità agricole, inoltre, si prevede di creare un interesse turistico per contribuire allo sviluppo del settore terziario.
Nel perseguimento di questi tre obiettivi, il progetto ha definito quattro aree urbane verso cui verranno indirizzati i fondi per lo sviluppo locale. Definito il piano, rimangono però molti punti in sospeso che porteranno o meno alla sua implementazione. Il dott. Pinto Josè Martins, direttore del Servizio Distrettuale di Pianificazione e Infrastrutture di Caia, dichiara di essere “molto preoccupato al riguardo”. “Molto dipenderà da come verrà risolto il conflitto di interesse tra gli affari nazionali riguardanti principalmente le concessioni agricole e forestali e i contenuti locali del piano”, ha detto Martins nel corso dell’incontro.
Sempre a proposito dell’implementazione del piano, il prof. Diamantini afferma che il Plano, qualora venisse approvato, “darebbe un indirizzo all’uso delle risorse tecniche e finanziarie, sia quelle disponibili oggi che quelle che saranno a disposizione in futuro, che verrebbero impiegate secondo una logica urbanistica ormai definita”.
(di Giuseppe Confalonieri)