di Lorenzo Zaccaria
Piero Angela è uno di quegli illustri della società di cui non ci stufiamo mai, nel suo caso da più di cinquant'anni. Ha iniziato la sua carriera poco prima dell'avvento della televisione e con questa, alla RAI, è arrivato a lavorare con il suo Quark fino a oggi.
Proprio per la levatura dell'ospite di quest'anno FBK ha fatto le cose in grande spostandosi nel teatro Sociale. Prima di Angela sono intervenuti Francesco Profumo, presidente di FBK (e Ministro dell'Istruzione durante il governo Monti), Sara Ferrari, Livia Ferraio e Paolo Collini, moderati da Massimo Svevi del Corriere della Sera.
Il tema della serata è stata l'intelligenza artificiale, per la quale l'FBK copre un ruolo da protagonista nel nostro territorio. Di questa si è discusso con tutti gli ospiti della tavola rotonda, forse limitandosi soltanto ad autoelogiare le iniziative del Trentino Alto-Adige senza approfondire alcunché. E a dire il vero nemmeno Piero Angela è stato strettamete in tema ma si è lasciato trasportare (abbondando in anneddoti) da un discorso più ampio sul rapporto tra l'uomo e la tecnologia.
Ciò non toglie che abbia detto cose non poco interressanti.
Riassumendo il suo pensiero, oggi stiamo vivendo un periodo di enormi innovazioni tecnologiche che rischiano di uscire dal nostro stesso controllo. Questo può provocare la paura di essere sopraffatti da quelle stesse macchine che sembrano sostituirci mentre dovrebbero al contrario assisterci. Per non lasciarsi spaventare da questo bisogna fare un passo indietro, allontanarsi dal caos mediatico a cui siamo sottoposti tutti i giorni e analizzare con calma. La nostra società nasce dal risorgimento (che non è così lontano come può sembrare) e poi, sopratutto, dal secondo dopoguerra quando si fonda la repubblica, i televisori e altre tecnologie entrano nelle case e si esce dal trauma del secondo confllitto mondiale. L'intero periodo è un periodo di innovazione, non soltanto gli ultimi dieci anni. Un periodo lungo il quale ci si è saputo lentamente adattare a tutti i cambiamenti.
Oggi non bisogna lasciarsi prendere dal panico e fermarsi, studiare quello che ci circonda con le giuste fonti e utilizzare le enormi possibilità delle nuove tecnologie come punti di forza. La società raccontata da Piero Angela è insomma una società fortemente disorganizzata per diversi fattori e c'è bisogno di profonde riforme a livelli organizzativi che partano innanzitutto dal mondo dell'istruzione, dalle elementari all'università, la quale dovrebbe aspirare a un insegnamento non cattedratico della straordinaria complessità in cui siamo immersi.
Ma il messaggio di Angela non è rivolto soltanto alla politica, che ha il solo compito di redistribuire la ricchezza non di produrla. A produrre è l'intera società di cui facciamo parte anche noi. Nel nostro piccolo possiamo guardarci intorno con curiosità e l'umiltà di ammettere ciò che non si comprende; questo è il segreto, anche banale se vogliamo, per vivere nella società liquida. E per questo Piero Angela possiamo considerlarlo il nostro angelo custode, perché più che un insegnante di nozioni è per tutti noi un maestro di metodo, che insegna a interessarsi di tutto per comprendere sempre con semplicità e ironia in modo da sapersi orientare nella vita senza lasciarsi sopraffare dal caos.