Si è Tenuto ieri sera il primo dei due incontri promossi dalla sezione trentina di Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani) per discutere delle prospettive dell’ateneo. Gli incontri fanno parte del ciclo "Cenacoli".
"Il futuro dell’Università e della ricerca in Trentino: verso la fondazione?" è il titolo dell’incontro di ieri sera, cui ha preso parte anche il rettore Davide Bassi. Sul tema della fondazione il rettore ha garantito che per il momento questa opzione non riguarda l’ateneo trentino. Il blocco delle assunzioni è invece una questione più complessa che l’ateneo non può, per il momento, che recepire passivamente.
Un secondo incontro è in programma per giovedì prossimo nella sala Rosa del palazzo della Regione di piazza Dante a Trento alle 20.30. Il titolo della serata è "Università provinciale o provincia universitaria? Quali le sinergie, le prospettive e i rischi nel futuro dell’Università a Trento", nel corso della quale i politici trentini si esprimeranno sulle prospettive dell’università.
Per informazioni: trento@dottorato.it.
Questa mattina alla facoltà di economia si è tenuta inoltre una riunione di tutto il personale dell’Univesità di Trento alla presenza dei rappresentanti sindacati di categoria.
Di seguito il comunicato di Adi
Due incontri per discutere sul
futuro dell’università e della ricerca in Trentino
La sede di Trento dell’ADI – Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani – esprime perplessità in riferimento alle recenti iniziative governative in tema di ricerca e università. Con particolare riguardo a quest’ultima, non si può che esprimere rammarico in merito ad una riforma dell’istruzione e dell’università i cui fondamenti, la cui tempistica e le cui modalità sono dettate non dall’intento di colmare le lacune del sistema italiano per adeguarlo alle odierne sfide che il paese deve affrontare, bensì unicamente da imperativi di riduzione della spesa pubblica, oramai sempre e comunque prevalenti rispetto alla reale sfida di investire su quei fattori che garantiscono crescita e benessere.
Invece di porre quale obiettivo dell’azione di governo la ricerca di strategie vincenti che restituiscano all’Italia un ruolo centrale nella ricerca scientifica mondiale, si incide semplicisticamente su voci di spesa vitali per il futuro del paese, confidando nel fatto che le conseguenze dannose si manifesteranno con effetto differito nel tempo, ricadendo su generazioni e governi futuri.
Stupisce così che il Quaderno bianco sulla scuola sia stato elaborato d’intesa tra il Ministero dell’istruzione e quello dell’economia. Non si comprende il coinvolgimento di un ministero eminentemente finanziario nello stabilire, ad esempio, i curricula scolastici, competenza poco vicina al mondo della contabilità pubblica. Del pari, non appare condivisibile la scelta di collocare unilateralmente la più importante riforma istituzionale dell’università italiana della storia recente nel contesto di un decreto-legge volto al contenimento della spesa pubblica.
L’assoluta opacità del comma 16° del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito senza sostanziali modifiche con legge n. 133 del 6 agosto 2008, impone un’attenta analisi dei rischi così come delle opportunità che tale disposizione offre per il futuro della ricerca e dell’istruzione universitaria, in Italia, ma, soprattutto, nella nostra provincia.
L’Ateneo trentino deve attivarsi sin d’ora per discutere sulle conseguenze che un’eventuale trasformazione in fondazione potrebbe comportare. L’ADI intende contribuire a tale riflessione proponendo due primi incontri di analisi e discussione all’interno del ciclo de I Cenacoli dell’ADI. Il 1° ottobre si affronteranno gli aspetti eminentemente tecnici e in particolare giuridici del decreto legge e si ragionerà insieme al Rettore dell’Università di Trento sulle minacce e le opportunità della trasformazione. Il 9 ottobre l’Assessore provinciale Salvatori e esponenti delle forze politiche trentine parleranno del presente e del futuro dell’università e della ricerca.
Con particolare riguardo alla trasformazione in fondazione, l’ADI sottolinea come in realtà allo stato attuale sia poco chiaro come il legislatore nazionale concepisca tale soluzione. Ciò potrebbe essere voluto nella misura in cui ogni ateneo potrà delineare autonomamente il proprio assetto di governance interna. Ma allora, a maggior ragione è importante sondare le aspettative dell’Università di Trento così come degli esponenti politici. Proprio la Provincia, nonostante il suo sostegno finanziario all’Ateneo, ente pubblico statale, non è in una posizione di indirizzo o controllo. Ciò potrebbe radicalmente modificarsi nell’ipotesi che divenga principale finanziatore della fondazione. Quali le conseguenze sull’autonomia di ricerca e insegnamento?
Universitas significa anche gestione condivisa e diffusa dell’Ateneo attraverso il riconoscimento del ruolo dei diversi organi del governo accademico. Il decreto legge prevede obbligatoriamente un consiglio di amministrazione, ma nulla di più. Esiste il rischio che si opti per un’università pubblica che mutui con il pretesto dell’aurea efficienza lo schema verticistico-dirigenziale delle imprese?
Il blocco indiscriminato delle assunzioni per ben un quadriennio rappresenta un trauma dalle conseguenze facilmente prevedibili. A questa certezza del decreto legge si contrappone però l’incertezza sullo statuto giuridico futuro non solo del personale tecnico-amministrativo (circa seicento unità), ma soprattutto di docenti e ricercatori. Forse la fondazione potrà affrancare l’Ateneo dai lacci e lacciuoli di un sistema nazionale di reclutamento che è da decenni una farsa, contemperando la maggiore libertà nelle chiamate con l’assunzione della relativa responsabilità decisionale. Tuttavia, lo status privatistico potrebbe anche preludere ad un’ampia diffusione del precariato, nonché alla perdita di quelle garanzie che una pubblica procedura di assunzione tende ad assicurare.
Dialogheranno con gli ospiti dei Cenacoli i soci dell’ADI nonché i cittadini interessati al futuro della ricerca in Trentino.