di Giulia Leccese
Vi ricordate la prima volta che siete stati al giardino zoologico? Eravate piccoli e ne avrete ricordi confusi: gli imponenti cancelli in ferro battuto all’entrata, il terriccio secco e la ghiaia sotto le vostre scarpe, le staccionate ed i recinti, gli animali in vetrina immersi in una vegetazione lussureggiante ed artificialmente tropicale. Quel grottesco (non) contatto con un microcosmo inusuale, popolato di cobra, leoni, rinoceronti e chi più ne ha più ne metta, rimane in un angolo della memoria arginato dalla realtà, avvolto da un’aura onirica. Non ci ritornereste mai e poi mai, giusto?
Ma ecco che, in un batter di ciglia, la situazione si ripete: siete ancora una volta bambini spaesati all’entrata di un mondo inesplorato, popolato da bestie sconosciute. Si aprono le porte scorrevoli ed entrate, ma non ci sono mamma e papà a tenervi per mano; nessuna biglietteria all’ingresso, ma la portineria. Non sapete dove andare, chiedete informazioni, vi guardate in giro con gli occhi strabuzzati, smarriti. Attorno a voi, le bestie: mansuete, aggressive, fascinose, schive, terribili e glaciali, bonarie. Vi lanciano occhiate noncuranti e tutt’ad un tratto comprendete il mistero, vi illuminate di una verità paralizzante: l’unico modo per sopravvivere, care matricole, è che diventiate bestie anche voi.
Il favoloso bestiario dello studente, di fluttuante reminiscenza borgesiana, è un viaggio attraverso le terre selvagge del mondo universitario e delle creature che vi si aggirano. È una guida, un monito o, più semplicemente, una raccolta: un bestiario, insomma. Badate bene, però, di accostarvici con sospetto e circospezione, giacché al suo interno non troverete nulla di lontanamente simile alle forme di vita conosciute su questa terra. Tuttavia, se ve ne servirete con tutte le dovute accortezze, potrebbe arrivarvi in aiuto in situazioni di pericolo, in occasione delle quali conoscere la specie da fronteggiare – punti di forza e debolezze – potrebbe rivelarsi di vitale importanza.
Otto saranno le puntate, da affrontare muniti di menti libere e cuori sgombri, tenendo ben presente che quello che state per affrontare sarà un viaggio senza vie d’uscita, senza un comando abbandona da premere all’occorrenza… a meno che non riusciate a laurearvi, nel frattempo.