Si sono esibiti ieri sera alla Bookique Wu Ming 2 e Contradamerla in “Surgelati”, uno spettacolo che portano avanti ormai da mesi. E non è semplice: sia per la composizione corale di questo concept-album a dieci mani, sia per le tematiche, dolenti, crude, vere.
“Surgelati” sono coloro i quali sono partiti dai loro paesi di origine in Medioriente, intraprendendo viaggi di fortuna, in condizioni disperate, nel tentativo di garantirsi una vita migliore in Europa. “Surgelati” sono quelli che ad arrivare alla meta non ce l'hanno fatta. Sarebbe bello immaginare che le parole scandite da Wu Ming 2 siano il frutto di una invenzione narrativa, ma così non è: questa indagine musicale, sul senso di radicamento e lo smarrimento dello stesso, trae spunto sempre dalla cronaca del nostro presente. Mai esagerati nel loro comunicare, i Contradamerla e Wu Ming 2 hanno raggiunto una fusione scenica completa, frutto di anni di collaborazioni ed amicizia, come ci raccontano a concerto finito: il percorso in cui accompagnano il loro pubblico, quando numeroso e quando sparuto nel caso della movida trentina del venerdì santo, è colorato di intimità, di introspezione e dolce abbandono. Osservare strumentisti e voce narrante, che a occhi socchiusi portano sul palco la riuscita fusione di parole e musica, invita lo spettatore a fare lo stesso, a chiudere i propri occhi, e lasciarsi trasportare in zone di senso solamente alluse, semplicemente evocate.
Il gruppo di artisti si sposta oggi con “Surgelati” verso Udine, per rientrare a “pasqua inoltrata" – come dicono loro – nelle Marche e nell'Emilia dalle quali provengono, nel frattempo però hanno lasciato anche a Trento il seme di una riflessione che seppur impreziosito dalla messa in musica – o forse proprio per quello – lascia un segno amaro nei presenti. Ben venga quando è così, quando un buon concerto può essere anche un buon momento di crescita umana, di dialogo con la propria coscienza.
(Lucia Gambuzzi)