Trento Poetry Slam

di Marta Pilotto

Giovedì 15 Dicembre, all’Arsenale, comincerà la seconda stagione del Trento Poetry Slam.
Abbiamo intervistato Lucia Gambuzzi, che quest’anno organizza e presenta l’evento, per chiederle di spiegare che cos’è il poetry slam a chi non lo conosce.

 

Come funziona un poetry slam? Di cosa si tratta, essenzialmente?
Per riassumere in modo semplice: è una gara di poesia. Scrivi un testo, sali su un palco, lo reciti e vieni valutato: se piaci, vinci. È una forma d’arte che è nata negli Stati Uniti, ma si è diffusa da anni ormai anche in Italia. Il Trento Poetry Slam fa parte della LIPS [Lega Italiana Poetry Slam, ndr] quindi i vincitori delle quattro serate che organizzeremo in primavera si sfideranno nella finale regionale e, vinta quella, si va ai nazionali.

 

Ma la poesia ne attira di pubblico o è un evento per pochi eletti?
Il poetry slam è molto seguito. È uno spettacolo che piace anche a chi di solito non si interessa alla poesia, perché stupisce sempre: non sai mai cosa un poeta leggerà e soprattutto come lo leggerà. Penso possa essere molto appassionate e mai noioso. Non bisogna pensare ad un educato club di lettura. Il poetry slam è una gara di espressione: è scrittura, certo, ma anche interpretazione dei testi che, oltre al fattore competizione, rende il tutto molto coinvolgente. Io, ad esempio, alle finali regionali dell’anno scorso mi sono ritrovata a fare il tifo su un tavolo.

 

Cosa c’è di nuovo in questa seconda edizione?
Beh, di sicuro chi partecipa: abbiamo già avuto diverse adesioni e quasi tutte di persone che l’anno scorso non avevano partecipato. Ma di nuovo c’è anche chi lo organizza: sarà dura eguagliare Ariele e Daniele, che hanno gestito l’edizione dell’anno passato, ma faremo del nostro meglio. Sul palco con me, per fortuna, ci sarà Adriano Cataldo. È un’esperienza nuova per entrambi, siamo molto emozionati.

 

Come ci si iscrive?
Basta scrivere un messaggio alla pagina facebook di Trento Poetry Slam entro il 15 dicembre.

 

Che cosa deve scrivere chi vuole partecipare?
Si può scrivere tutto ciò che si vuole, sia in quanto a contenuti che in quanto a lunghezza della poesia. L’importante è rispettare alcune semplici regole: il testo deve essere scritto di proprio pugno e letto senza usare nulla rispetto alla propria voce. Intendo dire basi musicali, costumi di scena, oggettistica varia. La giuria, che viene estratta a sorte, vota il testo migliore.

 

Non deve essere semplice, per chi legge, essere valutato da un pubblico.
No, per niente e lo dico per esperienza. [Lucia e Adriano hanno partecipato entrambi, come poeti, all’edizione dell’anno scorso: Lucia è arrivata alle finali regionali, ma dice che, se Adriano non fosse stato all’estero, ci sarebbe arrivato lui al posto suo, ndr] Mettersi a nudo davanti a tanti estranei non è mai semplice e infatti cercheremo di mettere i partecipanti a loro agio quanto più potremo. Posso assicurare però che partecipare ad un poetry slam può essere un’esperienza molto adrenalinica e quasi catartica, mi verrebbe da dire. Ti diverti, osi, ti sfoghi e, soprattutto, impari.

 

Tu e Adriano cosa farete durante la serata?
Tenteremo di arricchire uno spettacolo che, di fatto, sta già in piedi da solo: guideremo la gara, leggeremo cose, tenteremo di fare battute non scadenti. Cose così. Adriano poi porterà con sè alcune poesie di Breveintonso da appendere all’Arsenale quella sera.

 

Che consigli daresti ai poeti che parteciperanno?
Di farsi un grappino prima di salire sul palco e, da quel momento, di godersi questa esperienza al massimo.

 

Scrivete e iscrivetevi, allora, alla pagina di Trento Poetry slam e ci vediamo la sera del 15.12.2016: che vinca il migliore!